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PPL: cos’è e come funziona una campagna Pay per Lead

Il PPL, acronimo di Pay per Lead, è un modello di retribuzione delle campagne pubblicitarie basato sulle performance.

Cos’è un Lead?

Nel modello PPL, l’inserzionista pagherà l’editore esclusivamente in base al numero di iscrizioni che sarà stato in grado di produrre attraverso la campagna di marketing. Col termine Lead si fa riferimento, appunto, ad un’azione dell’utente identificabile nell’iscrizione ad un servizio o nella compilazione di un modulo. La modalità PPL può essere definita come una sotto-specie delle campagne di tipo PPA (Pay per Action).

Campagne PPL: i rischi per gli editori

Come in tutte le campagne di tipo Pay per Action, anche nelle campagne PPL il rischio di insuccesso è totalmente a carico dell’editore, così come il rischio che i lead non vengano tracciati correttamente.

In merito a quest’ultima osservazione, il rischio è maggiore quando il lead viene a concretizzarsi sul sito dell’inserzionista. Maggior controllo sarebbe possibile qualora il lead possa essere generato direttamente all’interno del sito dell’editore.

Si pensi, ad esempio, ad una campagna Pay per Lead nella quale l’editore accetti di pubblicare, all’interno del proprio sito, un modulo d’iscrizione: così facendo l’iscrizione non avverrebbe sul sito dell’inserzionista, ma internamente al sito dell’editore, con una serie di vantaggi per quest’ultimo, soprattutto in merito alla certezza dei risultati raggiunti.

Quali dati sono importanti per i Lead

Il lead, come abbiamo detto, consiste nell’iscrizione ad un servizio o alla compilazione di un modulo. Un tratto comune a queste attività consiste nella raccolta, da parte dell’inserzionista, di alcuni dati degli utenti, dati che sono ritenuti importanti per il raggiungimento di determinati obiettivi di marketing.

Ma quali sono questi dati? Di solito si tratta dei dati personali dell’utente: nome, cognome, numero di telefono e/o indirizzo email sono i dati generalmente richiesti da questo tipo di attività. Si tratta di dati peziosi in quanto consentono alle aziende di contattare i potenziali interessati in modo diretto e nominale.

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Massimiliano Bossi
Massimiliano Bossi
Stregato dalla rete sin dai tempi delle BBS e dei modem a 2.400 baud, ho avuto la fortuna di poter trasformare la mia passione in un lavoro (nonostante una Laurea in Giurisprudenza). Adoro scrivere codice e mi occupo quotidianamente di comunicazione, design e nuovi media digitali. Orgogliosamente "nerd" sono il fondatore di MRW.it (per il quale ho scritto centinaia di articoli) e di una nota Web-Agency (dove seguo in prima persona progetti digitali per numerosi clienti sia in Italia che all'estero).

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