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PPA (Pay per Action) – Definizione ed esempi

PPA, acronimo di Pay per Action, è una modalità di remunerazione a &qupt;performence" delle campagne online utilizzata di frequente quando queste ultime sono finalizzate al compimento di determinate azioni come, ad esempio, la compilazione di un modulo, l’iscrizione ad un servizio o l’acquisto di un prodotto.

In questo tipo di campagne la remunerazione per l’editore ha natura proporzionale al tipo ed alla quantità di "azioni", registrate per ciascuna delle quali è stabilito un compenso. La remunerazione è espressa sotto forma di CPA.

Con il termine "azione" s’intende un comportamento attivo dell’utente che può sostanziarsi nella compilazione di un modulo (in questo caso si parla di campagne PPL – Pay per Lead) o nell’acquisto di un prodotto (PPS – Pay per Sale).

Remunerazione "a step"

Questo tipo di campagne prevede una remunerazione in base al tipo ed al numero di azioni generate. Il compenso può essere stabilito in misura fissa (ad esempio: 5 Euro per ogni azione) oppure, nel caso della vendita di prodotti o servizi, anche in misura percentuale.

Non è infrequente che l’inserzionista, per incentivare l’editore ad ottimizzare la collaborazione, proponga a quest’ultimo una retribuzione crescente in base ad una serie di step.

Ad esempio: da una a dieci azioni il compenso sarà di 5 Euro, da 11 a 50 azioni il compenso sarà di 8 Euro, oltre le 50 azioni il compoenso sarà di 12 Euro e così via.

In questo modo l’editore viene incentivato a massimizzare le performances della campagna in quanto il passaggio allo step successivo potrebbe comportare un notevole aumento della retribuzione complessiva della campagna stessa.

Campagne PPA e rischio d’insuccesso

Da quanto premesso appare evidente come il rischio di insuccesso della campagna Pay per Action ricada esclusivamente sulle spalle dell’editore in quanto, qualora non venissero generate azioni, l’inserzionista non pagherebbe nulla a fronte della campagna online erogata dall’editore. Per questa ragione i modelli PPA sono i preferiti dagl inserzionisti e, viceversa, non sempre graditi dagli editori.

Fattori di criticità delle campagne PPA per l’editore

Abbiamo detto che l’inserzionista ha tutto l’interesse ad accordarsi per campagne di tipo PPA, viceversa l’editore dovrebbe valutare con attenzione questo tipo di collaborazioni e soppesare attentamente alcuni fattori:

  • L’editore non ha la possibilità di verificare in prima persona l’effettivo successo della campagna in quanto l’azione che gli verrà retribuita si verificherà sul sito dell’inserzionista; è indispensabile, quindi, una certa "fiducia" riguardo alla serietà ed alla correttezza dell’inserzionista.
  • Esistono dei limiti tecnici alla capacità effettiva di misurare i risultati di una campagna PPA: le tecnologie di tracciamente, infatti, non sono perfette ed infallibili e sono crescenti gli strumenti, adottati dagli utenti, per evitare di essere tracciati durante le loro attività online (ad-block).
  • La possibilità di tracciare azioni off-line è alquanto problematica e non è sempre agevole misurare con certezza la provenienza di una data azione di marketing.

Tutte queste considerazioni dovrebbero spingere l’editore a valutare sempre con prudenza le collaborazioni del tipo Pay per Action: questo non vuol dire che dovrebbero essere rifiutate a prescindere, ma attentamente valutate in base alle loro effettive caratteristiche ed alle effettiuve garanzie circa la bontà degli strumenti per il tracciamento delle azioni.

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Massimiliano Bossi
Massimiliano Bossi
Stregato dalla rete sin dai tempi delle BBS e dei modem a 2.400 baud, ho avuto la fortuna di poter trasformare la mia passione in un lavoro (nonostante una Laurea in Giurisprudenza). Adoro scrivere codice e mi occupo quotidianamente di comunicazione, design e nuovi media digitali. Orgogliosamente "nerd" sono il fondatore di MRW.it (per il quale ho scritto centinaia di articoli) e di una nota Web-Agency (dove seguo in prima persona progetti digitali per numerosi clienti sia in Italia che all'estero).

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