Il file ads.txt è un nuovo strumento concepito e promosso da IAB (l’associazione di categoria che raggruppa le principali aziende del mercato pubblicitario e della comunicazione), avente lo scopo di contrastare il fenomeno delle frodi nel mercato pubblicitario nel settore digitale gestito attraverso strumenti di programmatic.
Grazie a questo nuovo tool, in pratica, gli editori di siti web possono dichiarare pubblicamente quali sono le aziende e gli intermediari autorizzati a venderne gli spazi pubblicitari, in modo tale da evitare che soggetti non legittimati immettano sul mercato offerte fasulle.
Indice
Il fenomeno delle inventory fraudolente
Ma come funzionano questo tipo di frodi? Semplice: alcuni operatori poco corretti possono mettere in vendita, all’interno delle piattaforme di programmatic, delle inventory fraudolente, cioè quote di impressions di spazi pubblicitari contraffatti, dichiarando che appartengono al “sito A” (solitamente un sito appetibile sul mercato) mentre in realtà vengono erogati attraverso il “sito B” (molto spesso si tratta di siti che generano traffico spazzatura).
Tale situazione, come appare immediatamente evidente, genera problemi sia al buyer (che riceve qualcosa di molto diverso da quello che voleva acquistare) sia all’editore del sito web (il valore degli spazi pubblicitari del suo sito diminuisce così come la loro appetibilità) e ai suoi rivenditori autorizzati.
Dichiarare i rivenditori autorizzati
Lo scopo del file ads.txt è, come abbiamo detto, arginare questo fenomeno e rendere il mercato pubblicitario programmatico più trasparente e corretto per chi opera legittimamente, a tutto vantaggio, per quel che interessa qui, degli editori di siti web.
Quali siti web dovrebbero avere il file ads.txt?
Ovviamente, solo i siti che guadagnano attraverso l’inserimento di spazi pubblicitari. A trarne maggior beneficio, ovviamente, saranno gli editori di siti web popolari e conosciuti, per i quali l’acquisto di inserzioni nella programmatic avviene a seguito di richiesta diretta dei buyer.
Perché un editore dovrebbe utilizzare il file ads.txt?
È bene precisare che l’utilizzo di questo file non è obbligatorio, ma fortemente consigliato. Questo significa che se omettete di predisporre e caricare il file nel vostro sito, i banner (come, ad esempio, quelli di Adsense) continueranno ad essere visibili; tuttavia non potrete beneficiare dei vantaggi di questa tecnologia e, col tempo, potreste veder ridursi le vostre entrate pubblicitarie, in quanto nessuno potrà comprare la vostra inventory in modo sicuro.
Cosa significa dichiarare i “rivenditori autorizzati”?
All’interno del file ads.txt (“ADS” è, appunto, acronimo di Authorized Digital Sellers) devono essere indicati chiaramente tutti i soggetti che, legittimamente, possono vendere l’inventory del nostro sito web. Questi soggetti sono le aziende con le quali collaboriamo, direttamente o indirettamente, ai fini della monetizzazione degli spazi pubblicitari.
Per fare un esempio, se sul nostro sito utilizziamo Google Adsense, dobbiamo ricordarci di dichiararlo all’interno del file ads.txt, in modo da consentire ai buyer di riconoscere il nostro Publisher ID (o quello di nostri partner) come legittimo, ai fini dell’acquisto diretto di spazi pubblicitari sul nostro sito web all’interno della piattaforma di Google.
Questo file, che deve essere formattato secondo regole ben precise, viene scansionato automaticamente da una serie di spider che sono in grado di leggerne ed interpretarne il contenuto.
Così facendo, le proposte dei rivenditori autorizzati, all’interno dei vari SSP, saranno facilmente identificabili dai buyer; viceversa, le offerte fraudolente verranno escluse dalla competizione.
Implementare il file ads.txt
Per sfruttare questa tecnologia, gli editori di siti web devono compilare un semplice file di testo contenente una lista, suddivisa per righe, dove ogni riga identifica una specifica collaborazione pubblicitaria.
In ogni riga del file ads.txt, di fatto, vengono inserite le informazioni necessarie ad identificarne l’account di uno specifico venditore/rivenditore all’interno di un dato SSP (Supply-Side Platform).
Vediamo, quindi, come creare il file ads.txt per il nostro sito e come metterlo online.
Creare il file ads.txt per il nostro sito
Per prima cosa apriamo il nostro editor di testo preferito (ad esempio il Blocco Note di Windows) e creiamo un nuovo file a cui assegneremo il nome “ads.txt” (scritto in minuscolo).
Iniziamo a popolare la nostra lista inserendo, riga per riga, le informazioni necessarie a legittimare i venditori/rivenditori con cui collaboriamo. Ogni linea contiene diverse informazioni, e la sintassi è la seguente:
<DOMINIO SSP>, <ID PUBLISHER>, <RELAZIONE>, <ID CERTIFICAZIONE>
Vediamo uno ad uno il significato di questi campi:
- DOMINIO SSP – Il primo campo deve indicare il nome di dominio del sistema pubblicitario (SSP) sul quale lo specifico venditore/rivenditore opera. In pratica è il dominio sul quale avviene, secondo le logiche della programmatic, la transazione tra chi vende e chi acquista pubblicità.
- ID PUBLISHER – Deve contenere l’identificativo univoco dell’account che opera, come venditore/rivenditore, nel SSP specificato nel primo campo.
- TIPO DI RELAZIONE – Nel momento in cui scriviamo può assumere due valori: “DIRECT” oppure “RESELLER”. Il primo valore sta ad indicare che l’account specificato nel campo ID PUBLISHER fa riferimento all’editore del sito web, il secondo valore, invece, indica che l’ID fa riferimento a un soggetto diverso dall’editore ma da quest’ultimo autorizzato.
- ID CERTIFICAZIONE – È l’unico valore facoltativo della linea. Questo campo può essere compilato quando l’SSP, indicato nel primo campo, è in possesso di un identificativo fornito da specifici enti di certificazione (come, ad esempio, il Trustworthy Accountability Group).
Vediamo, di seguito, un esempio di file ads.txt compilato con dati di fantasia:
esempio-ssp-uno.com, 1234, DIRECT esempio-ssp-due.com, 2345, DIRECT, abc123def esempio-ssp-tre.com, 3456, RESELLER
Con il file di esempio esposto qui sopra, in pratica, abbiamo autorizzato ad operare per noi tre differenti account su altrettanti sistemi SSP. Nelle prime due righe abbiamo definito due account di nostra proprietà, mentre il terzo è quello di un nostro partner commerciale. Nella seconda riga, inoltre, abbiamo inserito anche il quarto valore (facoltativo) in quanto l’SSP in questione è in possesso di un ID di certificazione.
Nulla vieta, ovviamente, di inserire più righe che facciano riferimento al medesimo SSP, ad esempio:
esempio-ssp-uno.com, 1234, DIRECT esempio-ssp-uno.com, 5678, RESELLER esempio-ssp-uno.com, 6789, RESELLER
In questo caso, le righe riguardano sempre lo stesso SSP ma per tre account differenti (il primo gestito direttamente dall’editore del sito web, gli altri due dai suoi partner).
Dove trovo i dati relativi ai miei partner pubblicitari?
Solitamente non è necessario fare nulla. Se collabori con una o più concessionarie di pubblicità online, infatti, saranno loro ad inviarti i contenuti da includere nel tuo file ads.txt con tutti i dati già formattati e pronti all’uso.
È doveroso precisare che il file ads.txt deve essere uno ed uno soltanto, quindi, se collabori con diversi rivenditori pubblicitari, devi copiare ed incollare il contenuto dei vari file che riceverai in un unico file e pubblicarlo nella root del tuo dominio principale (più avanti vedremo cosa significa).
Adsense e il file ads.txt
Nella documentazione ufficiale messa a disposizione da Google all’interno della Guida di Adsense viene specificato che:
“i file ads.txt dei publisher che lavorano con i prodotti Google (…) devono utilizzare sempre google.com come nome di dominio”
Di seguito la sintassi corretta per specificare il tuo account AdSense nel file ads.txt:
google.com, pub-0000000000000000, DIRECT, f08c47fec0942fa0
Analizziamo questa riga:
- Il primo valore, come detto, deve essere “google.com”;
- il secondo valore è rappresentato dal tuo Publisher ID (per conoscere il tuo effettua il login su AdSense, clicca su “Impostazioni” e poi “Account” e, infine, su “Dati dell’account”);
- il terzo valore sarà, solitamente, DIRECT (a meno che non pubblichiate sul vostro sito web i codici Adsense di un altro soggetto);
- il quanto ed ultimo valore sarà “f08c47fec0942fa0”, cioè il codice di certificazione di Google (questo valore non va modificato quando si fa riferimento ai prodotti Google).
Mettere ordine nel file ads.txt
In molti casi, soprattutto se si hanno molte collaborazioni pubblicitarie attive, il file ads.txt finirà con l’essere piuttosto grande ed ospitare decine e decine di righe. Può essere utile, pertanto, utilizzare dei commenti per mettervi un po’ di ordine.
La sintassi di questi commenti prevede l’utilizzo di un cancelletto (#) prima del testo del commento stesso. Come indicato nella documentazione ufficiale:
“Lines starting with # symbol are considered comments and are ignored”
Facciamo un esempio di un ipotetico file ads.txt formattato in modo ordinato grazie all’utilizzo dei commenti:
# Adsense google.com, pub-0000000000000000, DIRECT, f08c47fec0942fa0 # Concessionaria A esempio-ssp-uno.com, 1234, RESELLER esempio-ssp-due.com, 2345, RESELLER esempio-ssp-tre.com, 3456, RESELLER # Concessionaria B esempio-ssp-uno.com, 4567, RESELLER esempio-ssp-due.com, 7890, RESELLER esempio-ssp-quattro.com, 4321, RESELLER
Dove mettere il file ads.txt?
Una volta compilato il file secondo le nostre specifiche esigenze, non dovremo fare altro che caricarlo all’interno della cartella radice (root) del dominio principale del nostro sito web e non anche in eventuali sottodomini. Come specificato nella documentazione ufficiale, infatti:
“Publishers should post the “/ads.txt” file on their root domain and not on subdomains.”
Per chi non lo sapesse, la root è la cartella principale del sito web nel quale, solitamente, è posizionata la home-page del sito, la favicon, il file robots.txt, ecc.
In altre parole, il file ads.txt dovrà essere raggiungibile attraverso una URL del sito:
http://www.miosito.com/ads.txt
È indifferente che il protocollo sia HTTP o HTTPS.
Conclusioni
Come detto, l’implementazione di questo nuovo tool non è obbligatoria, tuttavia il mio consiglio, a tutti i webmaster che lavorano con la pubblicità, è di attrezzarsi quanto prima per implementare quanto descritto in questa guida.
L’utilizzo di questa specifica, infatti, ci aiuterà a monetizzare meglio il traffico delle nostre pagine web e a combattere i comportamenti fraudolenti di chi, eventualmente, utilizzi o abbia utilizzato il nostro brand a nostra insaputa ed in modo del tutto illegittimo.