Windows 11 e il mistero della cartella “inetpub”

Con l’aggiornamento cumulativo rilasciato l’8 aprile 2025, codice KB5055523, Microsoft ha introdotto diverse correzioni di sicurezza per Windows 11. Tra le modifiche apportate ne è emersa però anche una inaspettata: la comparsa della cartella chiamata “inetpub” direttamente nel drive C del sistema.

Windows 11 crea la cartella “inetpub” e la lascia vuota

La cartella “misteriosa” di Windows 11 risulta essere completamente vuota, con dimensioni pari a 0 byte, e sembra essere stata creata automaticamente dal sistema operativo. Non contiene file né sottocartelle e può essere eliminata (almeno apparentemente) senza alcuna conseguenza. Tutti i PC Windows 11 aggiornati con l’update di aprile presenterebbero la stessa cartella, ciò a conferma di un collegamento diretto con il recente rilascio.

Nonostante la presenza che potremmo definire insolita, la cartella inetpub sembrerebbe essere tecnicamente innocua. Non è protetta da restrizioni di sistema e può essere cancellata come qualsiasi altra directory. Al momento non ci sarebbero segnalazioni che la sua rimozione comporti malfunzionamenti o influenzi negativamente applicazioni e processi in esecuzione. È anche possibile lasciarla lì dov’è dato che in pratica non occupa spazio.

Cosa è la directory “inetpub”

Il nome “inetpub” non è nuovo nel contesto dei sistemi Windows. Si tratta infatti della directory utilizzata dal Web server IIS (Internet Information Services) della stessa Microsoft. IIS è ancora suppnelle versioni più recenti di Windows ma non è attivo di default e richiede l’installazione manuale tramite il pannello “Attiva o disattiva funzionalità di Windows”. Per questo motivo, la presenza della cartella senza che IIS sia abilitato è da considerarsi anomala.

Al momento la Casa di Redmond non ha rilasciato dichiarazioni ufficiali sull’origine della cartella né ha aggiornato le note di rilascio a riguardo. Potrebbe trattarsi anche di un bug minore sfuggito ai controlli da parte degli sviluppatori della compagnia.

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