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WhatsApp: utenti spiati con Whats Tracker

Il legame tra applicazioni e privacy è spesso conflittuale, soprattutto quando parliamo di piattaforme come WhatsApp che permettono di rimanere in contatto costantemente con tantissime persone. Come conciliare riservatezza e voglia di comunicare? Meta ha cercato di rispondere a questa esigenza introducendo funzionalità apposite, come per esempio il blocco degli utenti, il supporto per la crittografia end-to-end e la possibilità di selezionare le chat da nascondere. Ma i rischi sono sempre presenti, anche a causa di applicazioni come Whats Tracker.

Cosa è Whats Tracker

Whats Tracker è un’applicazione gratuita per il sistema operativo mobile Android che, a differenza di altre soluzioni dello stesso tipo, è (per il momento) ancora legale. Non è però reperibile tramite lo store ufficiale del Robottino Verde e per installarla è necessario scaricare l’apposito package APK.

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Come specificato sul sito Web ufficiale del progetto, Whats Tracker è una piattaforma comoda che permette di controllare chi ha visitato il proprio profilo WhatsApp in pochi clic, l’interfaccia è infatti particolarmente intuitiva. Si può inoltre verificare la posizione dei propri contatti direttamente tramite l’App.

Nella stessa presentazione si parla di “un modo divertente per scoprire se la tua cotta ha visitato il tuo profilo WhatsApp e sta tenendo d’occhio i tuoi movimenti” così come di “un ottimo strumento di sicurezza se un’amica desidera che tu tracci la sua posizione e resti in contatto“. Appare però chiaro che gli scopi per cui potrebbe essere utilizzata non sono necessariamente questi e non sono necessariamente apprezzabili.

L’App è inoltre in grado di tracciare i momenti in cui una persona accede a WhatsApp o esce dalla piattaforma e invia delle notifiche quando l’utente monitorato entra in una chat o la abbandona.

Perché non utilizzare Whats Tracker

Le ragioni per non utilizzare una soluzione del genere sono numerose. A parte l’impatto negativo che potrebbe avere sulle relazioni amicali e sentimentali vi sono anche delle implicazioni legali di cui tenere conto. Perché il fatto che un’applicazione sia legale non significa che sia legale utilizzarla in tutti i contesti e con chiunque. In Italia le leggi sulla privacy sono inoltre molto severe. Informarsi non è poi così difficile.

A ciò si aggiunga che le applicazioni installabili solo tramite APK non subiscono alcuna procedura di controllo e possono rappresentare un rischio di sicurezza anche per chi le usa.

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Claudio Garau
Claudio Garau
Web developer, programmatore, Database Administrator, Linux Admin, docente e copywriter specializzato in contenuti sulle tecnologie orientate a Web, mobile, Cybersecurity e Digital Marketing per sviluppatori, PA e imprese.

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