Due cittadini dell’Illinois avrebbero avviato una class action contro OnlyFans sostenendo di essere stati ingannati. I messaggi ricevuti dalle “presunte modelle” con cui credevano di interagire non sarebbero stati scritti da queste ultime. La denuncia punterebbe il dito contro Fenix Internet LLC e Fenix International Limited, le società a capo della piattaforma.
La class action contro OnlyFans
Secondo quanto riportato nelle scorse ore da Gizmodo, per i querelanti OnlyFans avrebbe costruito il proprio successo sull’illusione di un rapporto diretto e autentico tra fan e creatori di contenuti. In realtà però la piattaforma permetterebbe a terzi, come per esempio agenzie di gestione o collaboratori, di interagire al posto dei loro clienti, facendo credere che i messaggi siano personali e autentici.
Secondo le accuse OnlyFans avrebbe facilitato delle pratiche con cui far pensare agli utenti di chattare con i creator quando in realtà si tratterebbe di operatori anonimi. La piattaforma, sebbene lo specifichi chiaramente nei suoi Termini di Servizio, farebbe ciò in modo non immediatamente trasparente. Il contratto tra fan e creator che menziona il coinvolgimento di terze parti sarebbe infatti accessibile solo tramite un link secondario all’interno della documentazione legale.
Relazioni tra fan e creator: una questione di trasparenza
Il ricorso a dei collaboratori per gestire account molto popolari sarebbe però un fatto noto già da tempo. A questo proposito uno dei denuncianti avrebbe ammesso di aver seguito una modella con centinaia di migliaia di follower. Circostanza che già da sola rende poco plausibile una gestione personale di ogni messaggio.
La vicenda porta comunque ad una riflessione più ampia su trasparenza, aspettative e limiti delle connessioni digitali nel contesto della parasocialità. In un contesto dove l’autenticità è spesso raramente verificabile questa causa potrebbe spingere le piattaforme a chiarire meglio le dinamiche che ne regolano il funzionamento.