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Microsoft: l’anonimato in Rete non esiste

Secondo quanto scoperto dai tecnici dei laboratori della casa di Redmond, le informazioni raccolte durante la navigazione Internet (come ad esempio l’IP, i cookies e l’user agent) sarebbero sufficienti per identificare con buona approssimazione una specifica postazione.

In pratica, con il solo user agent si avrebbe circa il 60% di possibilità di localizzare un client, percentuale che supererebbe l’80% aggiungendo le informazioni relative all’indirizzo IP.

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Per ottenere tali risultati sono stati analizzati per 30 giorni i dati inviati in forma anomima tramite le piattaforme Hotmail per la gestione della posta elettronica e Bing per la ricerca on line; tali dati sarebbero stati ricavati da una semplice analisi dei logs prodotti.

Insomma, dallo studio emergerebbe un dato che forse, anche senza dimostrazioni scientifiche, era più o meno già noto a tutti: in Rete l’anonimato praticamente non esiste, privacy assoluta e navigazione Internet difficilmente saranno mai due realtà conciliabili.

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Claudio Garau
Claudio Garau
Web developer, programmatore, Database Administrator, Linux Admin, docente e copywriter specializzato in contenuti sulle tecnologie orientate a Web, mobile, Cybersecurity e Digital Marketing per sviluppatori, PA e imprese.

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