Lunedì, un tribunale federale della California ha emesso una sentenza che impone a Google di attuare significative modifiche al suo business model per rispettare le norme sulla concorrenza.
A partire dal 1° novembre, e per i prossimi tre anni, l’azienda dovrà adottare una serie di misure finalizzate a garantire una maggiore apertura e concorrenza all’interno di Google Play, il suo app store.
Nuove regole per gli App Store e i sistemi di pagamento
Una delle principali disposizioni riguarda l’obbligo per Google di consentire la presenza di app store concorrenti all’interno di Google Play. Questa misura mira a spezzare l’esclusività del negozio online di Google e a fornire alternative ai consumatori di prodotti digitali all’interno dell’ecosistema Android.
Inoltre Google sarà tenuta a permettere agli sviluppatori di applicazioni di proporre, all’interno delle loro app, sistemi di pagamento alternativi a quello di Google. Questo cambiamento mira a ridurre il controllo che Google esercita sulle transazioni effettuate tramite il suo store, permettendo ai creatori di app di avere la possibilità di scegliere soluzioni più convenienti in termini di commissioni sulle vendite.
Stop ai contratti con i produttori di Smartphone
La sentenza, tra le altre cose, impedisce a Google di stipulare accordi con i produttori di smartphone che prevedano la preinstallazione obbligatoria di Google Play sui dispositivi. In questo modo, i produttori avranno la libertà di scegliere se includere o meno lo store di Google e potranno eventualmente optare per app store alternativi.
La disputa legale con Epic Games
La decisione del tribunale Californiano origina da un verdetto emesso lo scorso dicembre da una giuria federale di San Francisco, che aveva riscontrato come Google violasse le leggi statunitensi sulla libera concorrenza, danneggiando Epic Games.
La nota azienda produttrice di videogiochi, famosa soprattutto per Fortnite, accusa Google di mantenere un monopolio di fatto nella distribuzione delle applicazioni sugli smartphone e nei pagamenti effettuati all’interno di queste.
Epic Games, in particolare, contesta le commissioni applicate da Google ogni volta che un’app, come Fortnite, viene scaricata tramite Google Play. Secondo la società, queste pratiche sarebbero frutto di un monopolio, in quanto non potendo optare per store alternativi, gli sviluppatori sarebbero costretti ad accettare le condizioni imposte da Google.
Implicazioni e prospettive future
Questa sentenza rappresenta un importante passo avanti nella regolamentazione delle grandi aziende tecnologiche, che negli ultimi anni sono state spesso criticate per il loro potere monopolistico e per le pratiche anticoncorrenziali. Per Google, le nuove regole comportano una revisione profonda delle strategie legate al proprio ecosistema Android e al modo in cui gestisce il suo app store e i sistemi di pagamento.
Per gli sviluppatori e i concorrenti, invece, questa decisione apre nuove opportunità di mercato e potrebbe segnare l’inizio di un’era di maggiore diversificazione e innovazione. Tuttavia, resta da vedere come Google si adeguerà a queste disposizioni e se deciderà di proporre appello o ricorrere a nuove strategie legali per limitare l’impatto della sentenza.
La vicenda tra Google ed Epic Games, inoltre, continua a essere un caso emblematico della crescente tensione tra grandi piattaforme tecnologiche e sviluppatori di contenuti, e potrebbe spingere altre aziende a seguire l’esempio di Epic, cercando di sfidare lo status quo imposto dai giganti del settore tech.