Climate Answer: il chatbot che risponde a domande sul clima

Il Washington Post, quotidiano statunitense controllato da Jeff Bezos attraverso una holding editoriale, ha progettato un chatbot basato sulle Intelligenze Artificiali Generative che è in grado di rispondere alle domande delle persone sul cambiamento climatico e i suoi effetti. La piattaforma prende non a caso il nome di Climate Answer.

Presentato da Vineet Khosla, Chief Technology Officer dellla testata, il chatbot è ancora in fase di sperimentazione e si basa su un LLM (Large Language Model) che è stato addestrato tramite contenuti dedicati all’argomento e scritti da nomi autorevoli, come per esempio i report sul clima che vengono offerti ai propri lettori dal giornale.

New: @washingtonpost has created its own AI chatbot that answers Qs based only on its own journalism
—Chatbot will initially answer only Qs on Climate, but WaPo hopes to expand to other topics
—WaPo has quietly added AI summaries to ~10% of articleshttps://t.co/r7X5vsojfo

— Sara Fischer (@sarafischer) July 9, 2024

Parliamo di pubblicazioni che vanno dal 2016 ad oggi. Trattandosi di un argomento particolarmente delicato e polarizzante, spesso in grado di dividere l’opinione pubblica, il training è stato effettuato in modo da limitare quanto più possibile le "allucinazioni". Per questo, il chatbot non risponderà a domande per le quali non dispone di dati certi.

Nel post di presentazione non sono stati specificati i modelli generativi utilizzati per animare il chatbot. Tra l’altro l’iniziativa, comunque meritoria per il suo valore informativo, non avrebbe mancato di suscitare qualche polemica in quanto gli LLM necessitano di capacità computazionali elevate in grado di impattare negativamente sull’ambiente.

A questo proposito è possibile citare il caso di Google i cui responsabili hanno recentemente confermato un incremento delle emissioni di gas serra da parte dei propri Data Center. Proprio a causa del maggior consumo di energia necessario al funzionamento delle AI, l’azienda non potrà dimezzare il suo carbon footprint entro il 2030 come programmato inizialmente.

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