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USA: gestori dei Siti Web responsabili dei contenuti

Secondo quanto riportato nella Sezione 230 del CDA (Communications Decency Act) i gestori dei siti Web operanti negli Stati Uniti non sono responsabili legalmente per i contenuti pubblicati dai propri utenti. Questa tutela è stata attiva per circa un quarto di secolo, contribuendo a rendere la Rete un mezzo per l’esercizio della libertà di espressione.

Ora però le cose potrebbero cambiare radicalmente, questo perché ignorando quanto l’economia della Silicon Valley abbia beneficiato della Sezione 230 si starebbero facendo sempre più pressanti le voci a favore di norme più severe, in grado di eliminare quella che da alcuni viene considerata una situazione di sostanziale impunità.

A guidare i sostenitori di una maggiore responsabilizzazione vi sarebbe il potente Dipartimento di Giustizia USA che, per tastare il terreno in vista di un primo attacco alla Sezione 230, avrebbe organizzato delle consultazioni aperte alle più grandi aziende del Web, al mondo accademico, agli esperti del comparto e alle categorie sociali coinvolte.

Tra le piattaforme maggiormente interessate (e contrarie) ad un eventuale cambiamento, vi sarebbero i social network. Questi ultimi infatti raccolgono la maggior parte dei contenuti postati in Rete e potrebbero inasprire ferocemente le proprie policy per evitare di dover pagare in prima persona per le violazioni compiute dagli iscritti.

A parere di William Barr, procuratore generale degli Stati Uniti, il comportamento tenuto fino ad ora dai social media avrebbe ecceduto gli intenti della Sezione 230. I responsabili di questi servizi avrebbero sviluppato strumenti con cui cancellare arbitrariamente i contenuti a loro scomodi, lasciando nel contempo largo spazio agli abusi.

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Claudio Garau
Claudio Garau
Web developer, programmatore, Database Administrator, Linux Admin, docente e copywriter specializzato in contenuti sulle tecnologie orientate a Web, mobile, Cybersecurity e Digital Marketing per sviluppatori, PA e imprese.

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