L’applicazione delle norme sull’IVA (Imposta sul Valore Aggiunto) per l’e-commerce dovrà essere rimandata di almeno un semestre in tutti gli stati membri della UE, questa la proposta della Commissione Europea che ha deciso di definire alcune contromisure finalizzate a contenere l’impatto economico dell’emergenza creata dalla pandemia di Coronavirus (Sars-Cov-2).
Non si tratta dell’unico provvedimento che potrebbe essere attuato nel corso dei prossimi giorni ed è prevedibile anche un rivio di almeno tre mesi per lo scambio di informazioni fiscali tra gli stati previsto dalla DAC (Direttiva sulla Cooperazione Amministrativa), uno degli strumenti adottati nell’ambito del mercato comune per la lotta all’evasione e all’elusione fiscale.
Se tutto dovesse andare come previsto dai commissari europei, si potrebbe assistere presto alla prima proroga della scadenza fissata nel dicembre del 2017, quando l’Unione (e per la precisione il Consiglio Europeo) stabilì un sistema unificato per la riscossione dell’IVA associata alle vendite di beni e servizi tramite piattaforme di commercio elettronico.
A tal proposito è utile segnalare anche il lancio del progetto Fit for Future Platform, un’iniziativa che consiste nella creazione di un team di esperti (funzionari istituzionali e operatori di settore) che avranno il compito di alleggerire quanto più possibile il peso della burocrazia sul funzionamento e la produttività delle aziende nonché sulla quotidianità dei cittadini.
Fit for Future Platform si caratterizza per un approccio aperto al contributo esterno, chiunque sia interessato a fornire il proprio feedback potrà farlo attraverso il sito Web "Have Your Say" della stessa Commissione Europea che punta in questo modo a raccogliere suggerimenti sulle modalità più efficaci per accelerare il processo di sburocratizzazione auspicato.
