L’appuntamento con le Elezioni Presidenziali USA del 2020 si avvicina sempre di più e le piattaforme che operano nel mercato pubblicitario saranno con tutta probabilità strettamente monitorate per sanzionare eventuali abusi, ma non tutti i protagonisti di questo settore sono disponibili ad accollarsi i rischi di un nuovo scandalo come quello che, a suo tempo, coinvolse Facebook e Cambridge Analytica.
Tra queste ultime vi è Twitter il cui CEO co-fondatore, Jack Dorsey avrebbe, già reso noto di voler bandire l’advertising elettorale dal social network. I candidati, i movimenti e i partiti politici che li appoggiano non potranno acquistare spazi pubblicitari e verranno effettuati controlli capillari perché nessuno riesca ad aggirare questo divieto.
La decisione del Sito Cinguettante avrà sicuramente un impatto rilevante sulla futura campagna elettorare statunitense, un po’ perché Twitter è considerato il social network "politico" per eccellenza (anche in Italia) e un po’ perché, come è noto, si tratta del media preferito dall’attuale inquilino della Casa Bianca per diffondere i suoi comunicati.
We’ve made the decision to stop all political advertising on Twitter globally. We believe political message reach should be earned, not bought. Why? A few reasons…??
— jack ?????? (@jack) 30 ottobre 2019
L’iniziativa riguarderà tutte le localizzazioni del servizio, compresa la Penisola, si potrà comunque continuare a pubblicare tweet di carattere politico, anche a sostegno dei candidati, ma l’auspicio di Dorsey e soci è che il confronto democratico online non venga alterato da contenuti pubblicati a pagamento e quindi più facilmente veicolabili.
Twitter rinuncia così ad uno dei segmenti più remunerativi del comparto pubblicitario, nello stesso tempo sottolinea l’importanza di attirare followers "reali" verso i propri account. Durante le prossime tornate elettorali soltanto chi dispone di un’ampia platea di pubblico riuscirà a far ascoltare la propria voce, almeno su questa piattaforma.