Qual è il costo reale di migliaia di licenziamenti improvvisi? Una risposta a questa domanda e un esempio sono arrivati in questi giorni da Twitter, azienda che ha visto ridurre il suo organico da circa 7.500 dipendenti a non più di 2 mila in poche settimane dopo il passaggio della piattaforma nelle mani del miliardario sudafricano Elon Musk.
Parliamo nello specifico delle API (Application Programming Interface) del social network che attualmente sarebbero gestite da un singolo ingegnere e non da un team dedicato. Nelle scorse ore infatti, quest’ultimo avrebbe effettuato una modifica sbagliata generando degli errori ogni volta che un utente cliccava su un link o su delle immagini.
"Your current API plan does not include access to this endpoint", questa la notifica visualizzata da diversi utenti che cercavano di accedere ai contenuti condivisi tramite il social network. Lo stesso tipo di messaggio e lo stesso tipo di errori sarebbero stati registrati anche dagli utilizzatori di TweetDeck, la dashboard per la gestione degli account Twitter.
Ma a cosa sarebbe stato dovuto questo problema? Musk ha deciso che presto le API, fino a poco tempo fa accessibili gratuitamente, potranno essere utilizzate soltanto a pagamento per 100 dollari al mese. In sostanta l’intenzione sarebbe quella di introdurre una nuova modalità con cui monetizzare un progetto che gli è costato un investimento pari a 44 miliardi di dollari.
Il passaggio dalla disponibilità gratuita delle API alla nuova formula "premium" sarebbe dovuto avvenire il 13 febbraio (dopo precedenti rinvii) ma ancora non è stato completato. è abbastanza semplice pensare che il fatto che tale compito sia stato affidato ad una persona sola potrebbe aver influito sia nel determinare i ritardi che negli errori prodotti dal sistema.
