Washington avrebbe fatto sapere alla cinese ByteDance, società sviluppatrice del social network TikTok, che il ban dell’applicazione dai marketplace di Android e iOS non potrà essere in alcun modo evitato se l’accordo di partnership con Oracle non verrà siglato rispettando con attenzione tutte le condizioni richieste dalle autorità statunitensi.
ByteDance ha recentemente ottenuto che l’ultimatum fissato dal governo USA per il 27 ottobre fosse invalidato, questa vittoria potrebbe essere però soltanto momentanea in quanto l’oggetto del contendere è ancora oggi il controllo della TikTok Global, una nuova realtà con sede in Texas in cui ByteDance potrebbe avere un ruolo marginale nonostante la sua quota di maggioranza.
Secondo i patti infatti Oracle dovrebbe detenere un quota non superiore al 12.5%, un altro 7.5% dovrebbe finire nelle mani di WallMart, colosso delle grande distribuzione. Al gruppo fondato da Larry Ellison spetterebbe inoltre la gestione dei dati raccolti tramite l’attività di TikTok in terra americana in qualità di Trusted Tech Partner.
L’amministrazione Trump non ha mai nascosto di preferire il totale passaggio di TikTok sotto il controllo di un’azienda americana, tanto che tempo fa Microsoft aveva espresso interesse per un’acquisizione che sarebbe potuta costare fino a 50 miliardi di dollari. Il rifiuto di ByteDance ha dato però inizio al braccio di ferro ancora in atto.
I dati degli utenti devono rimanere negli USA
Ora la condizione più importante per la continuità di servizio riguarda appunto il trattamento di dati, Washington vuole che Oracle diventi responsabile di una pesante revisione dell’algoritmo di TikTok in modo che quest’ultimo invii le informazioni relative ai propri utenti soltanto a server residenti negli Stati Uniti e non vi sia più il rischio che essi diventino disponibili per Pechino.