Una ricerca recentemente effettuata da MmcVentures, società britannica specializzata nel venture capital, farebbe emergere un dato abbastanza curioso, per molti versi paradossale: circa il 40% delle startup che "a parole" si dovrebbero occupare di Intelligenza Artificiale in realtà avrebbero veramente poco a che fare con questo settore.
In sostanza il riferimento all’Intelligenza Artificiale sarebbe utilizzato molto spesso con lo scopo principale di attrarre investimenti, il discorso diventerebbe invece ben diverso relativamente ai progetti effettivamente sviluppati. Presentarsi come azienda innovativa impegnata nell’implementazione di tecnologie per l’AI sarebbe spesso sufficiente per attrarre una quota di finanziamenti superiore del 15-50% rispetto alla media.
Lo studio, effettuato per conto di Barclays, avrebbe coinvolto 2.830 startup evidenziando come in 4 casi su 10 i prodotti e i servizi offerti non presenterebbero un contributo evidente da parte di strumenti basati sul Machine Learning. Stando così le cose sarebbero soltanto 1.600 le aziende realmente impegnate nello sviluppo delle AI e nel mercato che gravita intorno a queste ultime.
Considerando che ben 500 delle startup di questo tipo avrebbe sede in Gran Bretagna, appare evidente come la Brexit potrebbe rappresentare un duro colpo per il comparto AI a livello europeo. Il Regno Unito avrebbe dato vita al doppio delle attività rispetto a qualsiasi altro stato membro della UE, in Italia ve ne sarebbero poi soltanto 66.
Per quanto riguarda invece la natura dei progetti in fase di produzione, nel 26% dei casi si tratterebbe di soluzioni dedicate alle chatbot, al secondo posto le applicazioni che consentono di automatizzare i processi, con il 21%. Gli investimenti in venture capital privilegierebbero soprattutto le realtà che sviluppano soluzioni core, ma solo il 10% delle startup censite sarebbe così impegnata in questi progetti.