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Il ritorno della penale per cambio operatore

Gli utenti italiani di telefonia mobile e fissa potrebbero essere nuovamente obbligati a pagare una penale nel caso in cui decidano di cambiare operatore e quindi di disdire prima della scadenza prevista il proprio contratto con un provider. Contestualmente il vincolo contrattuale potrebbe arrivare a durare ben 24 mesi

Paradossalmente tale "ritorno al passato" verrebbe determinato dal disegno di legge sulla concorrenza approvato lo scorso fine settimana dal Consiglio dei Ministri che, al contrario, avrebbe dovuto portare alla definitiva eliminazione dei costi per esercitare il diritto di recesso e la riduzione a soli dodici mesi della durata massima prevista per i contratti.

Nello specifico parliamo del comma 3-ter dell’articolo 16 del già citato disegno di legge, in esso infatti sarebbe stato introdotto un riferimento abbastanza chiaro secondo il quale l’eventuale penale devrebbe essere sia equa che proporzionata al valore del contratto e alla durata residua della promozione oggetto dell’offerta.

Attualmente, grazie a quanto previsto nel Decreto Bersani del 2006, l’operatore devrebbe limitarsi a richiedere un sorta di indennizzo per la disattivazione del servizio, non sarebbero invece previste ne applicabili delle vere e proprie penali attraverso le quali recuperare almeno in parte i mancati guadagni derivanti dalla rescissione contrattuale.

Viene ora da chiedersi come una misura del genere possa rappresentare un incentivo in favore della libera concorrenza e venire incontro ai consumatori; costi di disattivazione, penali stabilite arbitrariamente sulla base di un’indicazione generica e contratti troppo lunghi sembrerebbero essere stati ritagliati in base alle esigenze dei provider.

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Claudio Garau
Claudio Garau
Web developer, programmatore, Database Administrator, Linux Admin, docente e copywriter specializzato in contenuti sulle tecnologie orientate a Web, mobile, Cybersecurity e Digital Marketing per sviluppatori, PA e imprese.

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