Stando a quanto riportato nello studio intitolato "Sparks of Artificial General Intelligence: Early experiments with GPT-4", l’ultima versione del modello generativo GPT (Generative Pre-trained Transformer) presenterebbe i primi indizi della presenza di un’AGI (Artificial General Intelligence) cioè di un’intelligenza simile a quella degli esseri umani.
Tale conclusione sembrerebbe essere però contestabile alla luce delle affermazioni di Sam Altman, CEO di OpenAI, che ha più volte sottolineato come i chatbot basati su GPT, tra cui ad esempio ChatGPT, siano ancora affetti da problemi che ne limitano le capacità di comprensione e portano in alcuni casi a comportamenti e output inattesi ("allucinazioni").
Secondo alcune intepretazioni meno "tecniche", ad oggi il maggior interesse di Microsoft sarebbe quello di dimostrare che Bing Chat sfrutta un modello linguistico nettamente più avanzato rispetto a quello di Google Bard (LaMDA, Language Model for Dialogue Applications) tanto da non essere più una semplice AI ma una vera e propria AGI.
Semplificando all’estremo, la principale differenza tra una AI e un’AGI risiede nel livello di complessità dei prompt necessari ad ottenere delle risposte precise. Essendo più vicina per caratteristiche ad un’intelligenza umana, un’AGI dovrebbe essere in grado di interpretare correttamente una domanda anche se quest’ultima non è estremamente dettagliata.
In ogni caso Microsoft ha voluto specificare di non essere particolarmente interessata allo sviluppo di un’AGI, compito che si rivelerebbe tra l’altro molto costoso, a loro parere infatti lo scopo dei modelli generativi non dovrebbe essere quello di sostituire l’intelligenza umana ma di fornire un’AI che sia in grado di assistere le persone per migliorarne la produttività.
