Nei giorni scorsi i ricercatori di Bain & Company hanno pubblicato uno studio intitolato "Technology Report 2020: Taming the Flux" nel quale verrebbe evidenziato come alcune tecnologie particolarmente innovative, tra cui quelle dedicate a Cloud, automazione dei processi, Big Data, IoT e Intelligenza Artificiale, potrebbero non facilitare il business delle Big Company.
Stando alle stime effettuate, le grandi compagnie che operano nel Web e nell’High Tech avrebbero una probabilità del 12% di non affrontare le future evoluzioni tecnologiche in modo indolore rispetto agli operatori meno strutturati come i dettaglianti, la percentuale salirebbe poi fino a 25 punti in un confronto con le società che si occupano di servizi finanziari.
Tali risultati sarebbero la conseguenza di una semplice osservazione: le compagnie che accumulano un maggiore ritardo in termini di innovazione sono quelle che hanno meno probabilità di ritornare in auge, si pensi per esempio a realtà un tempo esempio di grande successo come Yahoo!, nel settore della ricerca online, o Nokia, per l’ecosistema mobile.
Il mercato italiano seguirebbe in modo sostanzialmente pedissequo la medesima tendenza. Nella Penisola, ad esempio, durante l’ultimo quinquennio gli investimenti dedicati all’Intelligenza Artificiale sarebbero quintuplicati (da 50 a mezzo miliardo di euro) contro una crescita annua non superiore al 2-3% per la spesa in strumenti per l’Application Management.
Sempre nel nostro Paese, esisterebbero diversi segmenti in cui la domanda è particolarmente elevata, basti pensare alle soluzioni per la Cybersecurity con una spesa di circa 1 miliardo di euro su base annua, ma che per il momento non sono stati ancora in grado di esprimere delle aziende in grado di assumere un ruolo di leadership.