I vertici di Qualcomm avrebbero respinto l’offerta di oltre 100 miliardi di dollari formulata da Broadcom per la sua acquisizione. L’ipotesi di una passaggio di proprietà sarebbe stata rifiutata all’unanimità da tutti i componenti del consiglio di amministrazione, convinti che nel prossimo futuro la compagnia possa arrivare a conquistare un valore ben più elevato.
Tra le altre motivazioni che avrebbero portato il colosso dei semiconduttori a proseguire nella via dell’indipendenza vi sarebbero state anche le troppe incognite dal punto di vista del rispetto delle normative antitrust, a cominciare dal fatto che l’unione con Broadcom avrebbe portato alla creazione di un soggetto dominante nel mercato dei processori.
Essendo una delle più grandi realtà mondiali nella produzione di chipset per i dispositivi mobili, Qualcomm è sicura che nel corso del prossimi anni il suo business non potrà che crescere ulteriormente, soprattutto grazie alle potenzialità offerte dalle connessioni in 5G e dal comparto IoT (Internet of Things).
In realtà però il "no" di Qualcomm potrebbe essere interpretato anche in un altro modo: se la valutazione di Broadcom è stata giudicata come inadeguata (e parliamo di circa 130 miliardi di dollari), non è detto che un’offerta ben più elvata non possa convincere i membri del board a tornare indietro sui propri passi.
Dal canto suo è comprensibile che Broadcom voglia assicurarsi una controllata come Qualcomm al minor costo possibile; ne consegue quindi che almeno per quanto riguarda i prossimi mesi non vi sarà alcuna acquisizione, ma non è detto che il potenziale compratore abbia escluso la possibilità di iniziare nuove trattative sulla base di cifre più alte.