"Disposizioni per la diffusione dell’acceso alla rete Internet mediante connessione senza fili" è il nome di una proposta di legge promossa da oltre 100 parlamentari italiani e finalizzata a favorire la diffusione delle connessioni Wi-Fi libere e gratuite nei luoghi pubblici; essa farebbe seguito ad un’altra iniziativa simile naufragata nel luglio dello scorso anno.
In sostanza tale proposta prevederebbe che entro un semestre dalla sua approvazione tutte le strutture presenti entro i confini del territorio nazionale, che abbiano almeno due dipendenti nonché una superficie con estensione superiore 100 metri quadri, debbano dotarsi di un sistema Wi-Fi gratuito e fruibile illimitatamente da chiunque.
Attualmente poco più dell’8% degli esercizi commerciali e degli uffici pubblici nella Penisola metterebbe a disposizione servizi di connettività wireless, attraverso questa nuova legge questi ultimi dovrebbero essere obbligati a dotarsi dei dispositivi necessari; contestualmente vi dovrebbe essere un investimento statale pari a circa 3 milioni di euro negli anni tra il 2017 e il 2019 per semplificare la diffusione del Wi-Fi.
Da una parte tale iniziativa dovrebbe essere accolta favorevolmente dagli utenti in virtù della potenziale maggior copertura offerta, dall’altra è però comprensibile che molti piccoli imprenditori ancora oggi impegnati a fronteggiare una crisi eternamente "alle spalle" (se non a salvare la propria azienda) possano esprime la propria contrarietà in merito.
Il pericolo è che ancora una volta si cerchi di imporre l’innovazione (o una parziale interpretazione del suo significato) dall’alto, minacciando multe e sanzioni per i contravventori, magari per favorire i maggiori provider del settore; al contrario il Paese avrebbe la necessità di importanti investimenti strutturali sulla connettività che non dovrebbero essere onere dei privati.