back to top

Poste Italiane: niente più “posta” dal 2026?

Intervenuto in occasione di un’udienza presso la Camera dei Deputati, l’amministratore delegato di Poste Italiane Matteo Del Fante avrebbe affermato che attualmente l’azienda non ha alcuna convenienza nel continuare ad offrire il cosiddetto “servizio universale“. Il riferimento è a quella parte di servizio pubblico che viene effettuata, ad esempio, per la consegna della corrispondenza presso privati ed aziende.

I numeri di Poste Italiane

Stando a quanto comunicato dal dirigente, ad oggi soltanto il 5% delle prestazioni operate negli uffici postali sarebbero ricollegabili al servizio universale. Questo perché sono ormai pochissime le persone che utilizzano ancora la corrispondenza tradizionale.

Trattandosi di operazioni necessarie al mantenimento di un servizio pubblico, la sua remunerazione dovrebbe arrivare dallo Stato. Del Fante avrebbe però sottolineato che nel corso degli ultimi anni quest’ultima non sarebbe stata sufficiente a compensare i costi sostenuti.

Non che in questo momento Poste italiane stia affrontando un momento di difficoltà, al contrario dall’esordio della nuova gestione aziendale, era il 2017, gli utili netti avrebbero registrato un incremento di 19 punti percentuali per un valore assoluto pari a 1.9 miliardi.

Questi risultati sarebbero stati però ottenuti grazie a servizi differenti da quello universale. Come per esempio quelli finanziari e assicurativi. Rimane comunque il problema di un asset che ad oggi non appare produttivo.

Il contratto è in scadenza

Il contratto tra Poste Italiane e lo Stato per il servizio universale scadrà alla fine del 2024. In mancanza di un accordo l’erogazione proseguirà per altri 16 mesi grazie ad un proroga già prevista nelle clausole. Questo significa che se le cose non dovessero cambiare a partire dal 2026 l’azienda non si occuperà più della gestione di bollettini, raccomandate e qualsiasi altra forma di corrispondenza tradizionale.

A questo punto l’unica alternativa al rinnovo del contratto, con condizioni più favorevoli per Poste Italiane, sarebbe quello di trovare una modalità alternativa di fornire il servizio universale.

Pubblicità
Claudio Garau
Claudio Garau
Web developer, programmatore, Database Administrator, Linux Admin, docente e copywriter specializzato in contenuti sulle tecnologie orientate a Web, mobile, Cybersecurity e Digital Marketing per sviluppatori, PA e imprese.

Leggi anche...

Pubblicità