Una ricerca condotta per conto del Corecom dell’Emilia Romagna avrebbe fatto emergere una caratteristica fino a ora poco conosciuta riguardo alle pagine social su Facebook e Instagram della Pubblica Amministrazione. In sostanza, secondo le policy dei due servizi la responsabilità di tali pagine rimarrebbe a coloro che le hanno aperte e non si trasferirebbe agli enti rappresentati.
Per essere ancora più chiari, le clausole stilate da Menlo Park impongono che una pagina debba essere creata da una persona fisica, anche se realizzata per rendere pubblica l’attività istituzionale di un comune, di una regione o di un altro ente. Ne consegue che una PA potrebbe anche perdere del tutto il controllo sui contenuti condivisi.
A tal proposito è possibile proporre dei semplici quesiti inerenti la cosiddetta "eredità digitale": nel caso in cui il creatore non abbia disposto diversamente, a chi dovrà essere attribuita la responsabilità di una pagina? Quali diritti potranno essere rivendicati dall’ente? Quali garanzie potranno essere offerte sull’integrità dei contenuti?
Un altro aspetto fondamentale emerso in seguito allo studio è quello relativo alle implicazioni giuridiche e penali dei contenuti pubblicati e soprattutto ai soggetti per essi imputabili. Se infatti Menlo Park non permette di attivare dei contratti d’uso con gli enti, appare chiaro come i dipendenti incaricati di attivare le pagine rimangano sempre responsabili di eventuali abusi compiuti durante l’attività istituzionale sui social.
E’ bene sottolineare che tali problematiche riguardano Facebook e Instagram nello specifico, questo perché invece Twitter (da sempre il social network "politico" per eccellenza) presenta delle policy appositamente dedicate alle PA e consente agli enti con personalità giuridica, siano essi pubblici o privati, di creare un profilo a proprio nome.