"Ri-formare la PA. Persone qualificate per qualificare il Paese" è il titolo del il piano strategico per lo sviluppo e la valorizzazione del capitale umano della Pubblica Amministrazione italiana presentato nelle scorse ore dal ministro Renato Brunetta. L’iniziativa è mirata a formare e fornire competenze aggiornate a ben 3.2 milioni di dipendenti pubblici.
Il processo di digitalizzazione delle PA non può prescindere dalla formazione del personale
Nel documento si parla chiaramente della necessità di digitalizzare il settore puntando nel contempo al raggiungimento di una completa alfabetizzazione digitale del personale, allo sviluppo di nuove conoscenze tecniche e di competenze trasversali. Per far questo dovrà essere garantito l’accesso a percorsi formativi specifici con riferimento alle competenze informatiche e digitali.
Le aree di formazione indicate nel testo riguardano tutti gli ambiti di conoscenza previsti per il PNRR (Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza), ivi compresi l’utilizzo delle banche dati pubbliche in un’ottica di interoperabilità per la semplificazione, l’implementazione di processi e strumenti di comunicazione, il project management e l’E-procurement.
Il piano strategico del ministero parte dalla considerazione che nel corso degli ultimi anni i dipendenti avrebbero speso circa 10 ore a testa (1.2 giorni lavorativi) per partecipare ad iniziative di formazione ma soltanto il 5% di essi ne avrebbe svolti per il Digitale e solo il 2.3% per acquisire competenze quali quelle relative al project management.
Tutto ciò a fronte di un calo della spesa in formazione pari a 110 milioni di euro rispetto a 10 anni fa. Attualmente il fondo per la formazione dei dipendenti della PA ha come obiettivo la piena acquisizione delle conoscenze e delle abilità relative alla transizione digitale, ecologica e amministrativa e ciò sarà possibile soltanto tramite investimenti più ingenti e mirati.