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Nuova Zelanda: niente più brevetti sui software

Il governo neozelandese avrebbe deciso di rivedere profondamente la propria legislazione sui brevetti, in particolare le nuove norme del paese non consentirebbero più la brevettabilità dei software che diventerebbero in questo modo liberi da diritti di sfruttamento.

In pratica, sulla base di quanto stabilito, un’applicazione non dovrebbe essere considerata al pari di un’invenzione o di un processo industriale, per cui ne dovrebbe essere consentito il brevetto soltanto nel caso in cui quest’ultimo risulti indispensabile per la sua ragion d’essere.

Traducendo dal "legalese", per le autorità neozelandesi non dovrebbe essere brevettabile un software la cui essenza si esaurisca in codice sorgente compilato o meno, potrebbe essere invece brevettato un programma associato ad un dispositivo quando ne determina il funzionamento in modo innovativo.

La legislazione attualmente in vigore nel Vecchio Continente non è dissimile da quella ora introdotta in Nuova Zelanda, non sarebbe infatti prevista la registrazione di un’applicazione allo stato di "puro software", ma essendo meno precisa darebbe spesso luogo a diatribe di natura legale.

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Claudio Garau
Claudio Garau
Web developer, programmatore, Database Administrator, Linux Admin, docente e copywriter specializzato in contenuti sulle tecnologie orientate a Web, mobile, Cybersecurity e Digital Marketing per sviluppatori, PA e imprese.

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