Luigi Marattin, Deputato di Italia Viva, ha reso noto tramite un suo intervento su Twitter che l’emendamento sulla "SPID di Stato" è stato dichiarato inammissibile, questo significa che non dovrebbe rientrare nella discussione del cosiddetto "Decreto Milleproroghe". Il Sistema Pubblico di Identità Digitale potrebbe quindi rimanere aperto ad una pluralità di identity provider.
L’emendamento citato proponeva che l’intera gestione del progetto venisse affidata al Ministero dell’Interno, quest’ultimo avrebbe dovuto collaborare con il Poligrafico e Zecca dello Stato e il Dipartimento per la Trasformazione Digitale garantendo la gratuità e nel contempo la sicurezza dei servizi di identificazione digitale dei cittadini italiani.
La "SPID di Stato" è stata promossa e sostenuta dagli esponenti del Movimento 5 Stelle senza però riscuotere il parere favorevole di tutte le compagini che fanno parte dell’esecutivo di Giuseppe Conte. Secondo indiscrezioni l’idea non sarebbe stata comunque abbandonata e i Pentastellati starebbero ricercando nuove modalità per avanzare la proposta.
Nell’emendamento era previsto che la SPID venisse implementata sulla base del modello già sperimentato per la Cie (Carta di identità elettronica). Per quanto riguarda invece i fornitori privati coinvolti fino ad ora, le convenzioni eventualmente ancora à in atto sarebbero dovute rimanere attive fino a scadenza contrattuale senza alcuna possibilità di rinnovo.
Ad oggi la SPID di Stato sarebbe al centro di un confronto molto aspro tra i 5 Stelle e i rappresentati del gruppo fondato da Matteo Renzi, questi ultimi si sarebbero detti contrari sin da subito all’iniziativa perché preoccupati dalla possibilità che gli investimenti effettuati fino ad oggi dai provider privati andassero perduti.