Il cosiddetto "Piano Colao", destinato a definire i punti sui quali dovrebbe basarsi la ripresa italiana nel periodo successivo all’emergenza Coronavirus (Sars-Cov-2), presenta anche alcune proposte appositamente dedicate a semplificare il lavoro e la crescita delle startup, giovani imprese innovative il cui ruolo potrebbe essere cruciale per il futuro del Paese.
Tra le iniziative indicate dal top manager e dal suo comitato di esperti vi è per esempio la detassazione sia ai fini IRAP che dei contributivi per il periodo compreso tra il 2020 e il 2021. L’Imposta Regionale sulle Attività Produttive, introdotta nel 1997 per sostituire e accorpare un serie di tributi fino ad allora in vigore, è stata istituita soprattutto per il finanziamento del sistema sanitario nazionale.
Il Piano prevede inoltre l’opportuinità di convertire le perdite d’esercizio in credito di imposta cedibile a qualunque soggetto nonché di incrementare la percentuale che dà diritto alla detrazione dall’IRPEF (Imposta sul Reddito delle Persone Fisiche) e alla deduzione dal 30% al 50% dal reddito per i soggetti IRES (Imposta sul Reddito delle Società).
Da notare come la proposta di Colao non includa anche investimenti a livello istituzionale, è prevista invece la detassazione a favore delle le persone fisiche dei proventi derivanti da investimenti che siano stati eseguiti in uno specifico periodo di tempo e tenuti in vita per un arco di tempo minimo. Questo per evitare eventuali azioni speculative.
L’idea di Colao non è quindi quella di trasformare l’ecosistema delle startup in una realtà sostenuta tramite soldi pubblici, una posizione a suo modo comprensibile data la natura di questo tipo di imprese che è particolarmente votata alla sperimentazione. Il Piano propone invece di incentivare la partecipazione dei privati rendendola conveniente sotto l’aspetto fiscale.