Sap e Oxford Economics hanno realizzato un report ("Beyond the Crisis: How Interconnected Businesses Exhibit Leadership and Resiliency") frutto di uno studio a livello globale condotto nei mesi di lockdown che ha coinvolto circa 3 mila dirigenti di azienda interrogati sull’importanza dei Big Data e della condivisioni di informazioni per la crescita delle imprese.
Un quarto degli intervistati avrebbe affermato di operare in un contesto in cui i processi di comunicazione, il Data sharing e la gestione del business sono stati perfettamente integrati, per contro nel 21% dei casi tali fasi non presenterebbero alcun grado di interoperabilità e sarebbero state organizzate per essere del tutto indipendenti.
Tra i vantaggi di una maggiore integrazione vi sarebbero per esempio il contenimento dei costi (citato dal 47% del campione) e una maggiore fidelizzazione dei collaboratori tramite la valorizzazione delle skill (38%), ma il beneficio più elevato (per il 53% degli intervistati) sarebbe collegato alla semplificazione delle procedure di decision making.
Da citare inoltre gli effetti positivi per l’incremento della brand reputation e della brand awareness, l’ottenimento di un vantaggio competitivo nei confronti delle altre aziende, la possibilità di scoprire nuovi talenti, la massimizzazione delle funzionalità finanziarie in termini di efficienza e la possibilità di scoprire processi produttivi più sostenibili.
lo smartworking> favorirà l’integrazione e la condivisione delle informazioni in ambito aziendale
In linea generale l’esigenza di condividere i dati tra differenti attività aziendali sembrerebbe essere sentita da buona parte dei manager e non di rado verrebbe parzialmente implementata, mancherebbe invece una cultura aziendale diffusa orientata alla completa integrazione dei processi che, con tutta probabilità, verrà sviluppata maggiormente con l’affermarsi del remote working.