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Memex: un motore che ricerca nel lato oscuro del Web

I ricercatori del Darpa (Defense Advanced Research Projects Agency) avrebbero portato a termine l’opera di implementazione di un motore di ricerca in grado di indicizzare i contenuti presenti nel "dark Web", spazio in cui risiederebbero le risorse online non raggiunte dai comuni search engine pur rappresentando almeno il 90% sul totale delle pagine oggi in Rete.

Il risultato di tale progetto prenderebbe il nome di Memex, un’applicazione che, secondo quanto riportato in un articolo comparso di recente sulla rivista Scientific American, potrebbe rivelarsi particolarmente utile anche nel contrasto a crimini particolarmente efferati come quelli legati al traffico di esseri umani.

Il "lato oscuro della Rete" non è necessariamente votato al male, gran parte di esso è costituito da contenuti mai resi pubblici e rimasti sospesi in una sorta di "limbo digitale"; detto ciò è comunque possibile che molti degli elementi non raggiunti dagli spider tradizionali siano rimasti in ombra per fini illegali e per volontà dei loro autori.

A questa non meglio mappata regione della Rete farebbero riferimento in particolare dati non strutturati e, non di rado, risorse uploadate temporanemente in Rete per essere lette dai "diretti interessati" e poi sparire; inutile dire che, anche se non sempre, tali documenti potrebbero testimoniare l’esecuzione di qualche reato.

L’esigenza di creare Memex sarebbe nata dalla constatazione che senza dotarsi di strumenti appositamente dedicati la lotta a certe attività criminose diventerebbe impossibile; soltanto negli Stati Uniti e limitatamente all’ultimo biennio sarebbero stati pubblicati in Rete ben 60 milioni di annunci logati a traffici illegali.

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Claudio Garau
Claudio Garau
Web developer, programmatore, Database Administrator, Linux Admin, docente e copywriter specializzato in contenuti sulle tecnologie orientate a Web, mobile, Cybersecurity e Digital Marketing per sviluppatori, PA e imprese.

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