Come è noto, la Commissione Europea ha deciso di aprire un’indagine riguardante la modifica delle policy di WhatsApp che prevedeva la possibilità di condividere i dati degli utenti con Facebook, gruppo di cui l’applicazione è una proprietà. Ora questa verifica avrebbe portato ad un pronunciamento non esattamente favorevole per le strategie di Menlo Park.
In sostanza sarebbero in discussione i termini attraverso i quali Mark Zuckerberg e soci avrebbero ottenuto l’approvazione per l’acquisizione di WhatsApp; nel 2014, infatti, questi ultimi sarebbero stati interrogati dalle autorità europee anche riguardo alla possibilità che le informazioni dell’applicazione potessero finire sotto il controllo del Sito in Blue.
Rispondendo a tale richiesta i responsabili di Facebook avrebbero sottolineato che collegare automaticamente gli account del social network a quelli dell’applicazione non sarebbe stato tecnicamente possibile. Riletta oggi, questa affermazione non avrebbe mancato di suscitare qualche perplessità presso i commissari.
Da qui l’accusa per i soggetti coinvolti di aver fornito informazioni scorrette, se non addirittura fuorvianti, all’Antitrust, indicazioni che formulate nella maniera dovuta avrebbero forse convinto l’Unione ad operare maggiori approfondimenti prima di esprimere un parere in favore del passaggio di WhatsApp nella famiglia di Menlo Park
Ora Facebook avrà tempo fino alla fine di gennaio 2017 per dimostrare che nel 2014 non vi era effettivamente possibilità di associare gli iscritti a Facebook con quelli dell’applicazione acquisita, in caso contrario il rischio per l’azienda californiana potrebbe essere quello di dover pagare una sanzione pari a fino l’1% del proprio fatturato annuale in Europa.