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Italia: pirateria software in calo

BSA ha recentemente distribuito l’ultima edizione del suo "Global Software Survey", un report che evidenzia anche l’attuale stato della pirateria informatica a livello mondiale. Relativamente al nostro Paese i dati evidenzierebbero un leggero calo del fenomeno con un passaggio dal 47 al 45% nel corso degli ultimi 2 anni.

Diverse le cause di questo decremento, tra di esse sarebbe possibile identificare il calo delle vendite dei Pc determinato dalla rivoluzione mobile, una maggiore maturazione del mercato dell’IT e una diffusione più ampia dell’utilizzo di software Cloud based distribuiti tramite sottoscrizioni e abbonamenti.

Il risultato italiano si rivelerebbe nettamente più alto rispetto a quello del resto d’Europa dove la media si attesterebbe attualmente intorno al 28%; nella Penisola il tasso di illegalità del software apparirebbe ancora troppo elevato ed è possibile ipotizzare quanto questo andamento possa influire negativamente sugli esiti di un’eventuale ripresa economica.

Tra i responsabili dell’utilizzo di software piratato in ambito aziendale vi sarebbero proprio coloro che dovrebbero curare questo aspetto in ambito produttivo, numerosi CIO (Chief Information Officer) non effettuerebbero infatti sufficienti cotrolli sul parco applicazioni impiegato e sulle modalità per la loro acquisizione.

Tra i maggiori pericoli correlati all’adozione illecita di software protetto da copyright non vi sarebbero soltanto le possibili sanzioni, peraltro particolarmente elevate, ma anche i rischi derivanti dagli attacchi informatici con costi spesso nascosti che si tradurrebbero in perdite pari a circa 400 miliardi di dollari l’anno.

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Claudio Garau
Claudio Garau
Web developer, programmatore, Database Administrator, Linux Admin, docente e copywriter specializzato in contenuti sulle tecnologie orientate a Web, mobile, Cybersecurity e Digital Marketing per sviluppatori, PA e imprese.

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