Stando ai risultati di uno studio effettuato dall’Osservatorio Polimi il mercato italiano della Blockchain e delle tecnologie distribuite avrebbe registrato una crescita pari al 76% nel corso dell’ultimo anno. Questa accelerazione sarebbe stata, tra gli altri fattori, anche l’effetto di una maggiore indipendenza di queste soluzioni dal mondo delle cryptovalute.
Considerando il triennio compreso tra il 2016 e lo scorso anno i progetti nati intorno alla DLT (Distributed ledger technology) in Italia sarebbero stati ben 576, la stragrande maggioranza dei quali (378) divenuti attivi soltanto durante il 2018. Contestualmente sarebbero aumentati anche i progetti divenuti operativi con un +56% su base annua.
Non stupisce scoprire che la maggior parte delle applicazioni sviluppate fino ad ora sono dedicate al settore finanziario, quest’ultimo riguarderebbe da solo quasi la metà (il 48%) delle iniziative censite. Seguirebbe, questa volta un po’ a sorpresa, la Pubblica Amministrazione (con il 10%) e la logistica con un market share da 8 punti percentuali.
Ma quali sono gli ambiti in cui la Blockchain è stata utilizzata più diffusamente? A questo proposito troviamo in prima posizione e a pari merito le applicazioni per la gestione dei pagamenti e per la gestione dei documenti (entrambe con una quota pari al 24%), secondo posto per la certificazione delle filiere produttive con il 22%.
Ad oggi il 59% delle aziende di grandi dimensioni avrebbe già preventivato di sviluppare progetti incentrati sulla DLT, a ciò farebbe però da contraltare il fatto che in molti casi non sarebbe stato stanziato un budget dedicato. Mancherebbero poi gran parte delle competenze necessarie anche a causa di un sistema formativo non ancora sufficientemente preparato.