Mountain View ha recentemente distribuito i dati relativi ai risultati ottenuti dal gruppo nella lotta alla pirateria digitale; il report sottolineerebbe in particolare l’efficiacia del sistema denominato Content ID per la rimozione da YouTube di contenuti protetti da diritto d’autore e caricati da utenti in violazione delle normative per la protezione del copyright.
Il livello di precisione di Content ID si aggirerebbe ad oggi intorno al 98%; esso agisce in automatico cancellando gli upload non consentiti, ma vi sarebbe poi una percentuale residua (il 2% appunto) per la quale le cancellazioni vengono effettuate in seguito a segnalazioni provenienti direttamente dai detentori dei diritti, in particolare autori ed editori.
Sempre secondo Google, YouTube avrebbe permesso ai produttori di contenuti di guadagnare circa 2 miliardi di dollari a partire dal lancio di Content ID, a questa cifra andrebbe poi aggiunto un altro miliardo di dollari derivante dalla mancata distribuzione illegale dei contenuti. l’investimento di Big G su questo sistema di controllo sarebbe stato pari a 60 milioni di dollari.
Insomma, l’azienda californiana ci tiene a sottolineare di essere costantemente impegnata per tutelare i copyright, eppure dall’industria musicale continuerebbero a provenire critiche basate sulla considerazione che Mountain View potrebbe fare molto di più per evitare che i diritti di autore vengano costantemente violati.
Tra coloro che puntano il dito contro Google vi sarebbe anche la nostrana FIMI (Federazione Industria Musicale Italiana), secondo i cui portavoce Content ID fallirebbe nell’individuazione delle registrazioni tra il 20 e il 40% delle volte, contestualmente il motore di ricerca di Google continuerebbe a veicolare utenza verso contenuti musicali diffusi senza il rispetto delle relative licenze.