Gli sviluppatori di Mountain View sarebbero all’opera per includere lo stesso modello generativo che anima Google Bard nella piattaforma che gestisce l’advertising della compagnia californiana. Stando alle indiscrezioni disponibili in Rete, se tutto dovesse andare per il meglio tale integrazione dovrebbe essere completa prima della fine del 2023.
Tale iniziativa sarebbe stata già comunicata e presentata agli inserzionisti, i particolari dell’incontro non sarebbero noti nel dettaglio ma Sundar Pichai e soci avrebbero dichiaramo di voler sfruttare i LLM (Large Language Model) addestrati fino ad ora con l’intenzione di realizzare dei formati pubblicitari molto più efficaci di quelli utilizzati fino ad ora.
Invece di creare manualmente i propri annunci come avviene ora con Google Ads, gli inserzionisti potranno sfruttare un sistema basato sull’invio di prompt. Questi ultimi permetteranno di formulare richieste anche complesse, specificando ad esempio il tipo di contenuti che dovranno essere proposti (testi, video, immagini, audio..) e i pubblico di riferimento.
Date le sue caratterisitche, il modello generativo di Google per la pubblicità online dovrebbe essere sfruttato per migliorare il funzionamento delllo strumento Performance Max. L’AI dovrebbe così semplificare i processi di ottimizzazione delle campagne, permettendo ad esempio di identificare il canale migliore (YouTube, Search..) per il lancio di una campagna.
L’intenzione è quindi chiara ma i tempi di attesa potrebbero essere lunghi, per il momento Bard è ancora in fase di sperimentazione e i test avrebbero permesso di osservare una certa tendenza a fornire risposte poco attendibili se non addirittura a produrre "allucinazioni". La sfida contro ChatGPT e Bing Chat potrebbe rivelarsi ardua e dall’esito non scontato.
