I responsabili del servizio avrebbero deciso di limitare a 5 milioni il numero di file e cartelle che si possono archiviare sul Cloud di Google Drive. L’azienda guidata da Sundar Pichai non avrebbe ancora confermato ufficialmente la notizia ma alcuni utilizzatori della piattaforma avrebbero già segnalato l’impossibilità di caricare una maggiore quantità di contenuti.
Secondo indiscrezioni infatti tale modifica sarebbe stata già introdotta da alcune settimane e per averne conferma basterebbe inviare una richiesta di chiarimenti all’assistenza del servizio. Ma quali potrebbero essere le ragioni di questa decisione? Con tutta probabilità il limite si sarebbe reso necessario per mantenere livelli di performance e affidabilità adeguati allo standard Google.
Fin qui tutto bene (o quasi consideranto il mancato preavviso) se non fosse per il fatto che l’iniziativa dovrebbe coinvolgere tutti gli utilizzatori, senza alcuna distinzione. Il limite imposto sarebbe infatti valido anche per chi ha acquistato dello spazio aggiuntivo proprio per l’esigenza di archiviare un maggior numero di file e cartelle nella nuvola di Mountain View.
Chiaramente il numero di coloro che devono gestire più di 5 milioni di contenuti sul Cloud di Big G è estremamente limitato. Probabilmente quindi i gestori della piattaforma hanno pensato che, data la quantità particolarmente ristretta di utenti interessati, l’impatto della nuova policy sarebbe stato minimo e quasi privo di conseguenze.
I pochi che necessitano di numeri superiori, ad esempio le aziende che effettuato di frequente backup dei propri dati, dovranno optare forzatamente per la creazione di singoli archivi compressi nei quali inserire più contenuti. è però abbastanza facile intuire che con questo accorgimento il servizio diventerà meno comodo da utilizzare.
