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Fintech: le risorse del PNRR saranno determinanti per lo sviluppo del settore

L’Italia deve recuperare terreno e non restare indietro nel settore Fintech perché questo sarà sempre più centrale nello sviluppo economico degli anni a venire. Questa, in estrema sintesi, è quanto emerso dalla ricerca "The FinTech revolution" di Equita, presentata ieri nell’ambito della Fintech Investor Conference.

Il fatto che esistano poche Fintech non dà dinamismo all’intero settore finanziario e all’innovazione nel nostro Paese. Occorre invece fare sistema e porsi all’attenzione dell’Europa, come per esempio fanno i Paesi scandinavi con tutte le soluzioni di instant payment che hanno trovato un filone di innovazione in termini di Fintech e hanno moltiplicato il valore del settore.

Questo è il commento di Elio Catania, Presidente di Quid Informatica S.p.A., società operativa nello sviluppo di piattaforme digitali per mercato dei servizi finanziari, che prosegue:

Questa analisi ci fa capire quanto il Fintech sia indietro in Italia e quanto sia importante il ruolo che può giocare l’allargamento dell’ecosistema legato alle Fintech.

Lo sviluppo delle Fintech è un’opportunità per l’intera industria economico-finanziaria

In poche parole, significa lavorare sulle infrastrutture, sulle competenze, innestare più reattività e velocità nel sistema complessivo della finanza e dei pagamenti e una vicinanza alle esigenze del sistema produttivo.

Lo sviluppo tecnologico degli ultimi anni determinerà, sempre più, una radicale rivoluzione macroeconomica del sistema finanziario mondiale, creando nel settore nuove competenze e figure professionali, nonché nuovi modelli operativi e di business rispetto a quelli attuali. È un’opportunità per l’intera industria economico-finanziaria.

Necessari maggiori investimenti in digitale: il PNRR sarà centrale

Stiamo assistendo ad una propagazione sempre più veloce delle innovazioni tecnologiche, e al ripensamento dei tradizionali business model adottati nei vari settori stimolato dalle Fintech. È pertanto necessario un impegno corale affinchè tutte le energie vengano messe a terra, per colmare il gap che ci distanzia tutt’ora dal resto d’Europa, stimabile in spese R&D che puntino al 3% del Pil dall’1,5 attuale, e al 6,5% di Pil (dal 4,5%) negli investimenti in digitale. In quest’ottica, ovviamente, il PNRR rappresenta un fattore determinante con ingenti risorse destinate proprio al digitale, intorno ai 50 Miliardi, in tutte le sue forme di trasversalità.

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Massimiliano Bossi
Massimiliano Bossi
Stregato dalla rete sin dai tempi delle BBS e dei modem a 2.400 baud, ho avuto la fortuna di poter trasformare la mia passione in un lavoro (nonostante una Laurea in Giurisprudenza). Adoro scrivere codice e mi occupo quotidianamente di comunicazione, design e nuovi media digitali. Orgogliosamente "nerd" sono il fondatore di MRW.it (per il quale ho scritto centinaia di articoli) e di una nota Web-Agency (dove seguo in prima persona progetti digitali per numerosi clienti sia in Italia che all'estero).

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