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Facebook testa le feature contro il revenge porn

Menlo Park ha voluto spiegare quale sarà la sua strategia per combattere la piaga del revenge porn (per maggiori info clicca qui), problematica molto diffusa non soltanto nei social network; a questo proposito l’azienda starebbe conducendo degli appositi test in Austalia che, per via del loro particolare funzionamento, avrebbero dato vita a polemiche.

In sostanza la procedura prevista funziona in questo modo: gli utenti devono inviare a loro stessi una propria foto di nudo tramite Facebook Messenger, in questo modo l’algoritmo del Sito in Blue sarà in grado di eleborarla e di creare una sorta di "impronta" grazie alla quale bloccare altre immagini senza veli che dovessero ritrarre la medesima persona.

Fin qui tutto bene, se non fosse che le modalità previste dalla sperimentazione sarebbero state considerate inappropriate da molti per ragioni che si possono facilmente intuire; i portavoce della compagnia avrebbero però evidenziato che, almeno per il momento, non vi sarebbe altro modo di alimentare un sistema proattivo in grado di proteggere gli utenti da pubblicazioni non autorizzate.

A creare inquietudine sarebbe stato in particolare il fatto che le immagini inviate non dovrebbero essere manipolate unicamente da un algoritmo, ma verranno visualizzate anche da un team appositamente costituito per la definizione dei pattern (schemi per il riconoscimento biometrico) indispensabili all’individuazione delle immagini.

Facebook sottolinea però che al team parteciperà unicamente personale esperto e appositamente formato. Il lavoro di quest’ultimo, unito a quello dell’intelligenza Artificiale di Menlo Park e alle sue tecnologie per il Machine Learning, dovrebbe riuscire ad arginare il revenge porn anche nel caso in cui le fotografie vengano alterate.

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Claudio Garau
Claudio Garau
Web developer, programmatore, Database Administrator, Linux Admin, docente e copywriter specializzato in contenuti sulle tecnologie orientate a Web, mobile, Cybersecurity e Digital Marketing per sviluppatori, PA e imprese.

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