back to top

Facebook: dati gonfiati sulle visualizzazioni dei video?

Da quando è stato introdotto il supporto per questo tipo di contenuti la crescita di visualizzazioni video su Facebook sarebbe cresciuta in modo impressionante, tanto da far pensare che il futuro del social network sarebbe stato incentrato sempre di più sui filmati e sempre meno sui testi. In raltà però le metriche utilizzare per le misurazioni avrebbero avuto un ruolo importante in tale incremento.

Sostanzialmente le visualizzazioni generate fino ad ora sul Sito in Blue sarebbero state conteggiate includendo tutti quei contenuti che venivano riprodotti per almeno 3 secondi dopo la pressione del tasto "Play"; un arco di tempo evidentemente troppo breve per riuscire a stabilire l’effettivo successo riscosso dai video presso gli utenti.

L’utilizzo di tali criteri di misurazione avrebbe portato a sovrastimare abbondantemente il numero delle visualizzazioni, con numeri forse superiori del 60 o 80% rispetto a quelli reali; una discrepanza determinante per coloro che volessero decidere di utilizzare i filmati come strumenti per la promozione dei propri prodotti i servizi.

Nessun raggiro nei confronti degli inserzionisti, le metriche erano infatti note, ma ora Facebook avrebbe deciso di misurare le visualizzazioni in modo diverso, queste infatti verranno registrate sulla base del tempo medio di riproduzione, restituendo plausibilmente dei dati più attinenti all’effettivo andamento dei video pubblicati.

Il criterio dell’Average Duration of Video Viewed, basato essenzialmente sul numero totale delle visualizzazioni, viene quindi sostituito da quello denominato Video Average Watch Time, calcolato questa volta tenendo conto dei tempi medi di permanenza. Per ora è ancora presto per stabilire quanto questo cambiamento influirà sugli investimenti per l’advertising.

Pubblicitร 
Claudio Garau
Claudio Garau
Web developer, programmatore, Database Administrator, Linux Admin, docente e copywriter specializzato in contenuti sulle tecnologie orientate a Web, mobile, Cybersecurity e Digital Marketing per sviluppatori, PA e imprese.

Leggi anche...

Meta: nuove accuse contro il Pay or consent

Secondo il CPC (Consumer Protection Cooperation) il modello Pay...

iCloud e Google Foto: traferire file è più facile

Alcuni anni fa, era il 2021, Apple lanciò un...

Meta: il Pay or consent viola il DMA?

Alcuni mesi fa Meta ha introdotto il cosiddetto modello...

Sora: arriva il primo spot creato interamente con l’AI

Dopo il primo video musicale realizzato interamente con l'Intelligenza...

WhatsApp: effetti e filtri AR in videochiamata

Nella versione beta 2.24.13.14 di WhatsApp per Android è...

Come YouTube si difende dagli Ad-blocker

SponsorBlock è un componente Open Source ampiamente utilizzato negli...
Pubblicitร