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Facebook: arrivano le multe per le "bufale"?

I social network dovranno presto trovare delle soluzioni definitive contro il proliferare delle false notizie sulle loro pagine, presto infatti le "bufale" potrebbero non rappresentare soltanto un problema di credibilità, ma avere anche un impatto economico imprevisto sulle casse delle piattaforme utilizzate per la loro diffusione.

Il Governo tedesco avrebbe recentemente esprresso delle perplessità riguardo al fatto che Facebook e progetti simili possano realmente arginare questo pericoloso fenomeno, quindi, per rendere i gestori dei social network ancora più responsabili, starrebbe vagliando una proposta che prevede di multare questi servizi con sanzioni pari a ben 500 mila euro per ogni "fake news" pubblicata.

L’idea dovrebbe essere quella di stabilire un tetto massimo pari a 10 milioni di euro per tutti i soggetti che avrebbero dovuto impedire che una "bufale" venisse resa pubblica, contestualemente potrebbero essere previsti dei risarcimenti del medesimo importo per coloro che dovessero subire dei danni a seguito della diffusione di questi contenuti.

Per evitare di incorrere in sanzioni sarebbe stato previsto un arco di tempo non superiore alle 24 ore dal momento delle segnalazione a quello della rimozione, inoltre, i social network dovrebbero disporre di un ufficio legale con sede in Germania che, essendo attivo 24 ore su 24 per 7 giorni la settimana, possa essere contattato in qualsiasi momento.

E’ molto probabile che una normativa del genere, particolarmente punitiva, sia destinata a degli adeguamenti di compromesso nel caso di un’eventuale approvazione, l’intenzione attuale sembrerebbe infatti quella di costringere i social network a prendere quanto prima possibile provvedimenti contro un fenomeno ad oggi apparentemente fuori controllo.

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Claudio Garau
Claudio Garau
Web developer, programmatore, Database Administrator, Linux Admin, docente e copywriter specializzato in contenuti sulle tecnologie orientate a Web, mobile, Cybersecurity e Digital Marketing per sviluppatori, PA e imprese.

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