Etsy, nota piattaforma di e-commerce dedicata ai venditori indipendenti, ha recentemente introdotto un rincaro delle commissioni per i venditori. A partire dall’11 aprile queste ultime sono passate dal 5% su ciascuna transazione prodotta da una vendita al 6.5%, una rimodulazione che ha però portato alla reazione da parte dei merchant.
Ben 14 mila commercianti attivi sul servizio avrebbero deciso infatti di partecipare ad uno sciopero organizzato con il quale richiamare l’attenzione dei vertici di Etsy sul fatto che i margini di guadagno sulle vendite dei prodotti si sarebbero assottigliate eccessivamente, una forma di protesta abbastanza originale considerando il contesto.
Il maggior introito verrà reinvestito per migliorare il servizio
Da parte sua l’azienda capitanata da Josh Silverman avrebbe sottolineato che i proventi derivanti dall’incremento delle commissioni verranno utilizzati per rendere la piattaforma ancora più sicura, investire in campagne di Digital Marketing, realizzare una nuova applicazione mobile e assumere nuovo personale da destinare alla customer care.
Nel corso degli ultimi anni le relazioni tra Etsy e i venditori sono state non di rado conflittuali, a tal proposito basterebbe ricordare che all’inizio del 2020 il servizio decise di trattenere un 12% aggiuntivo sulle commissioni degli account con un giro d’affari superiore ai 10 mila dollari all’anno per la pubblicazione di annunci pubblicitari nei circuiti di Facebook, Google e non solo.
Etsy, azienda newyorkese nata nel 2005, offre un catalogo composto da più di 120 milioni di prodotti e visitato da oltre 100 milioni di utenti grazie anche al lavoro di circa 7.5 milioni di marchant. Seppur di dimensioni più ridotte rispetto a colossi come Amazon e Ebay è riuscita a creare un team composto da più di 2.400 collaboratori e a generare un fatturato da 13.5 miliardi di dollari.