Ora che il cosiddetto "Ddl Semplificazioni" si appresta al vaglio del Senato per l’eventuale approvazione, può essere utile analizzare i più recenti emendamenti che dovrebbero correggerne almeno in parte l’impianto di base con lo scopo di introdurre in esso elementi che facilitino il processo di trasformazione digitale sempre più necessario per il nostro Paese.
Tra questi ultimi è possibile citare l’iniziativa del M5S volta alla rimozione definitiva del formato cartaceo, si tratterebbe in sostanza della richiesta di introdurre il divieto di stampare copie di documenti o atti che siano stati inizialmente depositati telematicamente. A vigilare sull’applicazione di questa norma dovrebbero essere i dirigenti delle PA chiamati a rispondere personalmente di eventuali inosservanze.
Interessante anche l’idea di garantire il valore legale di tutti i contratti (in questo caso smart contract) che siano stati registrati tramite Blockchain o tecnologie distribuite assimilabili. In sostanza l’uso delle DLT (Distributed Ledger Technology) dovrebbe poter produrre i medesimi effetti giuridici garantiti dalla validazione temporale elettronica.
Il vantaggio derivante dall’applicazione di una normativa del genere dovrebbe risiedere non soltanto nell’immediatezza del processo di certificazione, ma anche nell’eliminazione degli intermediari. Garantendo l’autenticità delle transazioni, la Blockchain sarebbe in grado di sostituire automaticamente figure come quella del notaio.
Proposto anche un credito d’imposta su base annua pari a 25 mila euro per le startup impegnate nell’implementazione di soluzioni basate sulle tecnologie legate alla Blockchain che decideranno di istituire la propria sede legale nel comune di Campione d’Italia. Le stesse aziende potranno beneficiere di tutte le altre facilitazioni fiscali già previste per le startup.