Dopo l’approvazione da parte del Senato, che fa seguito a quella della Camera dei Deputati, il cosiddetto Decreto Cybersicurezza è diventato legge, con esso viene istituita l’Agenzia nazionale per la Cybersecurity e aggiornato il precedente decreto risalente al 2019 con il quale erano state poste le basi per il perimetro di sicurezza cibernetica del nostro Paese.
L’Agenzia per la cybersicurezza farà riferimento direttamente al Presidente del Consiglio dei Ministri a cui spetterà il compito di nominare direttore e vice-direttore o eventualmente di revocare tali incarichi. Tali decisioni andranno in ogni caso comunicate prima che diventino effettive sia alle commissioni parlamentari competenti che al COPASIR (Comitato parlamentare per la sicurezza della Repubblica).
Le funzioni di consulenza sono affidate invece al Comitato interministeriale per la Cybersicurezza che avrà anche il compito di vigilare sulle politiche dedicate al proprio ambito di riferimento e di effettuare delle proposte in merito. Il CVCN (Centro di valutazione e certificazione nazionale) e la sezione nostrana del CSIRT (Computer security incident response team) entrano invece a far parte dell’Agenzia.
Per quanto riguarda l’organico, come confermato da Adolfo Urso, presidente del COPASIR intervistato a riguardo dal Corriere della Sera, l’Agenzia potrà contare su 800 collaboratori che proverranno in buona parte dal personale della Pubblica Amministrazione con in più una quota di chiamate dirette e di assunzioni derivanti da gare.
Come ricordato a suo tempo da Vittorio Colao, Ministro per l’innovazione tecnologica e la transizione digitale, attualmente il 95% dei server utilizzati dalla Pubblica Amministrazione italiana non potrebbero essere ritenuti sicuri. Anche in considerazione del recente attacco al CED (Centro Elaborazione Dati) della Regione Lazio, appare sempre più necessario un intervento dedicato alla Cybersecurity che copra tutto il territorio della Pesola.