Secondo lo studio intitolato "Metaverse or Metaworse? Cybersecurity Threats Against the Internet of Experiences" di TrendMicro, il Metaverso potrebbe essere il luogo ideale per il diffondersi di nuove attività cybercriminali all’interno di un contesto chiamato Darkverse. Una sorta di Dark Web "con gli steroidi" e il supporto per la realtà virtuale.
A favorire lo sviluppo del Darkverse sarà con tutta probabiltà il fatto che le forze dell’ordine avranno molte difficoltà nel monitorarlo e infiltrarlo per la prevenzione e la repressione dei crimini, soprattutto nel corso dei primi anni, questo perché l’accesso ai tanti mondi virtuali che si verranno a creare è vincolato all’utilizzo di specifici token di autenticazione.
Un discorso a parte meritano gli NFT (Non-Fungible Token) che nel prossimo futuro saranno sempre più oggetto di tentativi di raggiro, phishing e richieste di riscatto in stile ransomware. I token non fungibili sono infatti i veri asset del Metaverso, possono essere acquistati soltanto tramite criptovalute e queste ultime non sono facilmente tracciabili.
Il Darkverse potrebbe essere inoltre un terreno ideale per la diffusione di disinformazione e fake news, questo senza ignorare le problematiche relative alla protezione della privacy e dei dati personali. Ognuno di noi sarà associato ad un avatar e questo offrirà agli utenti malintenzionati nuove modalità per il furto di identità digitali.
A ciò si aggiungano questioni aperte sul ruolo delle Intelligenze Artificiali nel Metaverso, sul modo in cui verranno moderate le interazioni tra gli utenti, sulla diffusione di bot dai comportamenti sempre più simili a quelli delle persone reali, sulle possibili violazioni del Diritto d’Autore e sulle responsabilità delle aziende nei confronti dei propri utenti.