Alcuni analisiti hanno ipotizzato che la diffusione delle nuove connessioni basate sullo standard 5G potrebbe subire dei ritardi anche rilevanti a causa dell’epidemia di Coronavirus (COVID-19) tuttora in corso. La causa di questo fenomeno andrebbe individuata sia nel fatto che la Cina è il paese più colpito e sia perché si potrebbero verificare diversi problemi nell’implementazione delle specifiche.
Il maggiore ostacolo alla definizione di uno standard, soprattutto per quanto riguarda gli aspetti core delle tecnologie coinvolte, sembrerebbe dovuto al fatto che molti degli incontri inizialmente previsti non hanno potuto e non potranno avere luogo. Lo smart working e le teleconferenze aiuterebbero a mitigare tale problematica, ma non tutto sarebbe risolvibile operando da remoto.
Inizialmente il 3Gpp (Third Generation Partnership Project), cioè l’iniziativa intorno alla quale gravitano le organizzazioni che si occupano di standardizzare i sistemi di telecomunicazione a livello internazionale, aveva cercato un rimedio nello spostare i meeting dalla Cina ad altre nazioni, ora però l’epidemia non riguarda soltanto l’Oriente.
Accade così che il WG (Working Group) e il TSG (Technical Specification Group) del 3Gpp abbiano deciso di sfruttare quanto più possibile le teleconferenze per proseguire l’iter di approvazione delle specifiche (oggi giunte alla XVI release), ma la parte relativa alla componentisca hardware potrebbe essere quella più difficile da affrontare in questo modo.
Tutto ciò potrebbe avere dei riflessi negativi sullo sviluppo delle infrastrutture e conseguentemente sul giro d’affari dei provider che hanno già affrontato investimenti considerevoli in operazioni come l’acquisto delle licenze. E’ comunque possibile che un uso più massiccio di tecnologie basate su AR e VR durante gli incontri online possa limitare le difficoltà iniziali dovute all’epidemia.
