Sarebbero ben 1.572.864 i core con i quali è stato equipaggiato il nuovo elaboratore ospitato dall’Università di Stanford e realizzato in collaborazione con il colosso IBM che, per questo ambizioso progetto, a messo a disposizione la sua tecnologia Sequoia Bluegene/Q.
Tale supercomputer sarebbe nato grazie ad un’iniziativa del ricercatore Joseph Nichols che non è esattamente un nome nuove nel settore della potenza di calcolo estrema, già nel 1994 lo stesso accademico si rese promotore della costruzione dell’eleboratore più potente dell’epoca.
Ma le performance di questo dispositivo non sarebbero garantite soltanto dall’impressionante numero di core disponibili, essi infatti lavorano in associazione a ben 1.6 Petabyte di memoria RAM (dove un petabyte corrisponde a un biliardo di byte).
Il computer verrà utilizzato dagli scienziati del prestigioso ateneo californiano per effettuare simulazioni ad altissimo livello di complessità, per la precisione grazie ad esso verranno studiate le emissioni acustiche generate dai motori dei jet supersonici.