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Chrome: anche HTTPS può essere insicuro

Dopo aver contribuito in prima persona a favorire la diffusione dei siti Web sotto protocollo HTTPS (HyperText Transfer Protocol over Secure Socket Layer), scelta poi seguita da tutti i più importanti browser Web concorrenti, Chrome si appresta a rendere ancora più severi i criteri che definiscono sicura o insicura la navigazione degli utenti.

In sostanta, a partire dal 2020 l’applicazione dovrebbe iniziare a bloccare tutti i contenuti ritenuti rischiosi anche se presenti in un sito Internet caricato sotto HTTPS. Tra gli elementi coinvolti nel blocco vi dovrebbero essere gli script, i video, gli iframe e tutte le altre componenti di pagina che potrebbero dar luogo ad attività malevole.

Se tutto dovesse andare come previsto, la prima release del browser di Google a presentare questa feature parzialmente abilitata dovrebbe essere la 79 attesa per dicembre 2019. Chiaramente non mancheranno delle opzioni appositamente dedicate alla personalizzazione grazie alle quali gli utilizzatori potranno decidere di sbloccare i contenuti dei siti Internet che ritengono innocui.

Per far questo sarà sufficiente cliccare sul "lucchetto" visualizzato nella barra degli URL e scorrere il menù così aperto fino alla voce Site settings ("Impostazioni sito" nella localizzazione italiana). In questo modo verrà resa disponibile una whitelist all’interno della quale aggiungere ed elencare tutte le pagine Web che non dovranno essere bloccate.

Il consolidamento definitivo della nuova funzionalità dovrebbe avvenire con il rilascio delle versioni 80, che indicherà di default come "non sicuri" i contenuti ritenuti pericolosi, e 81, che procederà di default a caricare le componenti su HTTP (qundi non cifrate) tramite HTTPS e a bloccarle nel caso in cui tale procedura non sia possibile.

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Claudio Garau
Claudio Garau
Web developer, programmatore, Database Administrator, Linux Admin, docente e copywriter specializzato in contenuti sulle tecnologie orientate a Web, mobile, Cybersecurity e Digital Marketing per sviluppatori, PA e imprese.

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