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Cassazione: basta con le catene di Sant’Antonio in Rete

Tramite la sentenza 37049/2012, la terza sezione penale della Corte di Cassazione ha stabilito che le attività commerciali in cui il lucro deriva dal reclutamento dell’utenza e non dalla vendita diretta di beni o servizi, debbano essere considerate illecite.

Il riferimento alle "catene di Sant’Antonio", al marketing piramidale (anche se effettuato su Internet) e gli schemi multilivello di vario genere è evidente; la sentenza si è resa necessaria in seguito all’impugnativa di un appello il cui esito è stato quindi confermato.

Nello specifico, i giudici della Suprema Corte non avrebbero ritenuto fuorilegge il reclutamento come componente rilevante di un’attività economica, gli utenti coinvolti dovrebbero però essere inquadrati all’interno di un’attività la cui finalità (chiamiamola pure core business) non sia quella di reclutare ulteriori partecipanti!

La Cassazione non avrebbe quindi accolto la linea della difesa: la volontarietà della partecipazione ad una struttura piramidale non sarebbe elemento sufficiente per invocarne la liceità.

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Claudio Garau
Claudio Garau
Web developer, programmatore, Database Administrator, Linux Admin, docente e copywriter specializzato in contenuti sulle tecnologie orientate a Web, mobile, Cybersecurity e Digital Marketing per sviluppatori, PA e imprese.

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