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Brillo: l’IoT di Google

Secondo alcune anticipazioni la prossima edizione del Google I/O, manifestazione che l’azienda californiana dedica annualmente agli sviluppatori, sarà anche l’occasione per la presentazione di Brillo, una piattaforma appositamente realizzata dai tecnici di Mountain View per le tecnologie orientate all’Internet delle Cose (IoT)

In realtà "Brillo" non sarebbe altro che il nome del progetto all’interno del quale Big G starebbe implementando una propria soluzione software per l’Internet of Things; a questo proposito alcuni analisti avrebbero ipotizzato l’imminente arrivo di una nuova variante del sistema operativo Android adattata all’impiego in tale settore.

L’idea alla base di Brillo dovrebbe essere quella di fornire un supporto per consentire il collegamento di varie tipologie di dispositivi, in particolare quelli per le "smart home", ad una rete interna e ad Internet, ciò grazie all’utilizzo di sensori in grado di rilevare l’ambiente circostante, interagire con gli utenti, ricevere istruzioni e condividerle con altri device.

Una delle caratteristiche principali di Brillo dovrebbe essere il basso impatto sia a livello di consumo energetico che per quanto riguarda la richiesta di risorse necessarie per il suo funzionamento; sempre secondo indiscrezioni basterebbero configurazioni hardware dotate di appena 32 Mb di memoria RAM per garantire piena compatibilità con la piattaforma.

La concorrenza nel comparto IoT da parte delle grandi multinazionali dell’High Tech si starebbe facendo sempre più pressante, soprattutto in vista di un giro d’affari miliardario; altre realtà come la Casa di Cupertino, con il suo HomeKit pensato per la domotica, Samsung, con i suoi chip, e Redmond avrebbero già sviluppato le loro alternative a Brillo.

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Claudio Garau
Claudio Garau
Web developer, programmatore, Database Administrator, Linux Admin, docente e copywriter specializzato in contenuti sulle tecnologie orientate a Web, mobile, Cybersecurity e Digital Marketing per sviluppatori, PA e imprese.

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