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Una blacklist per i siti Web, dalla Russia con rigore

Il governo della Confederazione Russa, che non è certo un Paese noto per le sue politiche in favore della libertà di espressione, avrebbe deciso l’entrata in vigore di una legge che permetterà di stilare una blacklist all’interno della quale dovranno essere elencati i siti da rendere irraggiungibili per gli internauti.

Basandosi sulle motivazioni ufficiali della sua introduzione, tale lista nera dovrebbe servire per impedire la diffusione di contenuti pericolosi per i minori, la fuga di dati personali trafugati e la lettura delle pagine Web inneggianti al terrorismo; in realtà l’idea sarebbe quella di porre un freno al dissenso crescente.

A controllare questo particolare "registro" dovrebbe essere la RosKomNadzor, cioè l’istituzione preposta al controllo delle attività di comunicazione della Confederazione; un contenuto segnalato come "dannoso" dovrà essere rimosso entro 48 ore dalla denuncia.

Se il termine per la cancellazione non dovesse essere rispettato, allora si provvederà d’autorità a oscurare l’intero sito Web che ospita le pagine incriminate; un meccanismo già al centro di numerose polemiche e di istanze di tutela della libertà di parola che, dati i precedenti, rimarranno plausibilmente inascoltate.

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Claudio Garau
Claudio Garau
Web developer, programmatore, Database Administrator, Linux Admin, docente e copywriter specializzato in contenuti sulle tecnologie orientate a Web, mobile, Cybersecurity e Digital Marketing per sviluppatori, PA e imprese.

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