Sono ormai 7 anni che la Commissione Europea indaga sul comportamento di Mountain View sospettandola di abuso di posizione dominante nei mercati delle ricerche e della pubblicità. Tra le piattaforme del network di Big G, il comparatore di prezzi Google Shopping è uno dei servizi che hanno attirato maggiormente le attenzioni dei commissari.
L’idea è che attraverso Google Shopping, ma si potrebbe presentare anche il caso di AdSense for Search, il colosso del Web possa alterare la concorrenza, favorendo in qualche modo le offerte formulate dai propri partner e inserzionisti; a tal proposito i portavoce del gruppo californiano sarebbero recentemente intervenuti per respingere ogni accusa.
Secondo quanto affermato da Kent Walker, Senior Vice President & General Counsel dell’azienda, i sospetti della Commissione Europea riguarda all’attività di Google sarebbero sbagliati sia dal punto di vista fattuale che da quello legislativo, senza parlare del fatto che non terrebbero conto delle comuni dinamiche di mercato nel Web.
In sostanza Walker contesterebbe l’ipotesi che Big G sia effettivamente in grado di rendere maggiormente visibili alcuni prodotti nascondendone altri, questo perché il suo motore di ricerca non rappresenta oggi l’unico canale attraverso il quale accedere ad un sito di e-commerce. Una volta escluso l’abuso di posizione dominante verrebbero a cadere anche le accuse di danneggiare la libera concorrenza.
Alla Commissione Europea verrebbe contestata inoltre la definizione utilizzata del concetto di "shopping online", questo perché essa escluderebbe di fatto alcuni protagonisti del commercio elettronico, come per esempio Amazon che andrebbe considerato come il maggior operatore di questo comparto a livello globale.