Con l’ultima edizione della WWDC (WorldWide Developer Conference) è iniziata l’era della Apple Intelligence, grazie ad essa tutte le piattaforme della Casa di Cupertino, da iOS 18 a macOS 15, da Siri a Safari disporranno di funzionalità basate sulle Intelligenze Artificiali Generative. Ma quanto saranno affidabili i modelli proposti da Tim Cook e soci?
A rispondere a questa domanda è stato lo stesso CEO della compagnia californiana nel corso di un’intervista al Washington Post. Forse per mettere la mani avanti, il dirigente ha dichiarato che anche l’AI di Apple potrà avere delle "allucinazioni". Questo significa che saranno sempre possibili delle risposte inaccurate o addirittura prive di senso.
It’s personal, powerful, and private—and it’s integrated into the apps you rely on every day.
Introducing Apple Intelligence—our next chapter in AI. https://t.co/uOfIrcTYm7
— Tim Cook (@tim_cook) June 10, 2024
Cook ha affermato che a suo parere la qualità degli output sarà molto elevata ma nessuno potrebbe giurare sulla loro affidabilità al 100%. Del resto l’Apple Intelligence si basa in buona parte su ChatGPT di OpenAI, che non è sempre precisissima nelle risposte, e presto dovrebbe integrare anche Google Gemini, altra soluzione non esente da allucinazioni.
A proposito di quest’ultimo è utile citare il fatto che di recente Mountain View ha deciso di limitare gli output di AI Overview nelle ricerche. Questo a causa di alcune risposte sbagliate tra cui il consiglio di utilizzare la colla per attaccare il formaggio alla pizza, l’indicazione che i serpenti sono dei mammiferi e l’abitudine dei gatti di leccare le mani delle persone per valutarne il sapore.
Nonostante ciò i modelli generativi più popolari continuano ad essere integrati in un numero sempre maggiore di applicazioni. Lo stesso Gemini, come prima di lui GPT, è per esempio uno degli LLM (Large Language Model) che gli sviluppatori del browser Opera hanno deciso di includere nella piattaforma Aria AI per l’assistenza alla navigazione
